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Architettura sostenibile

Abitazioni sostenibili, perché le case dovrebbero essere piccole

Quando si parla di sostenibilità degli edifici si pensa all’efficienza impiantistica, all’uso di sistemi a fonti rinnovabili, all’impiego di materiali naturali o a ridotto impatto ambientale, a una progettazione che favorisca l’illuminazione e la ventilazione naturale ma si tende a tralasciare un elemento fondamentale: lo spazio. Ridurre le dimensioni degli spazi abitativi vuol dire ridurre costi, consumi e risorse. In poche parole le abitazioni sostenibili sono necessariamente quelle più piccole.

Ripensare l’idea di casa

È vero che le metrature di case e appartamenti, negli ultimi anni, sono diminuite in modo esponenziale, complice anche l’aumento della popolazione che si sposta nei grandi centri urbani dove generalmente le unità abitative sono più piccole, in un’ottica di ottimizzazione dello spazio a disposizione. Ma non è così ovunque. Ci sono ancora dei paesi dove l’idea di casa è legata a un immaginario unifamiliare, con tante stanze dalle ampie metrature a disposizione e spazi privati all’aperto.

In Australia ci sono le case più grandi al mondo

È il caso dell’Australia, che conta le abitazioni più grandi al mondo. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Australian Bureau of Statistics la dimensione media delle case realizzate nel 2012-2013 è di 241 mq. Una superficie enorme, soprattutto se confrontata a quella di altre nazioni. La società di ricerca Shrink That Footprint ha rivelato che le case australiane sono grandi tre volte rispetto a quelle cinesi (dove la superficie media è di 60 mq) e il doppio rispetto a quelle giapponesi (95 mq), britanniche (76 mq) e italiane (81 mq). E parliamo di nuove costruzioni, non di abitazioni esistenti. L’unica nazione che si contende il primato australiano sono gli Stati Uniti, dove la metratura media si attesta intorno a 200 mq.

Per invertire la tendenza è necessario un cambiamento di mentalità

“Culturalmente gli australiani sono abituati ad avere grandi spazi a disposizione – spiega l’architetto Andrew Maynard, direttore dello studio Austin Maynard Architects sulle pagine online del The Guardian – Vogliono una piscina, un campo da tennis, un garage, e tanto altro ma ne abbiamo davvero bisogno? Di quanto spazio abbiamo realmente bisogno per vivere?”.

Abitazioni sostenibili, bisogna rivalutare gli appartamenti

Per Maynard la soluzione ideale per le città è quella degli appartamenti e cita il progetto Nightingale di Melbourne, pensato per rispondere a principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

“La maggior parte delle città del mondo si sono mosse nella direzione di piccole unità abitative in complessi residenziali. Anche gli australiani dovrebbero capire che gli appartamenti non sono da demonizzare, anzi sono una soluzione ideale se ben progettati. Su questo fronte è necessario progredire, perché non sono molte le soluzioni di qualità”.

Smarter Small Home 2: sostenibilità ambientale ed economica

Un altro esempio di abitazioni sostenibili dalle ridotte dimensioni e accessibili da un punto di vista economico è il progetto Smarter Small Home 2,  sviluppato da  Future Housing Taskforce. La seconda realizzazione del modello, inaugurato per la prima volta nel 2009, è stato presentato a Logan, nel Queensland, nel mese di ottobre dello scorso anno. Sulla scia del successo della prima variante (una casa a due piani che si estende su 120 mq), la nuova versione ad un piano è composto da un appartamento con una camera da letto e uno studio.
 La casa occupa appena 65 mq, può ospitare fino a cinque persone, e può essere realizzata a un costo di soli 100.000 dollari, se collegata a una casa esistente o di 120.000 dollari in caso di soluzione freestanding. In più, viene fornita già dotata di mobilio.

Si è riusciti a mantenere dei costi bassi grazie alla riduzione del numero delle stanze e optando, ove possibile, per materiali leggeri come rivestimenti al posto della muratura.

Progettare pensando ai meno abbienti

Il direttore del progetto, Kevin Doodney, amministratore delegato di LJ Hooker e fondatore diFuture Housing Taskforce, sostiene che sia la soluzione ideale per sfruttare al meglio gli spazi ridotti delle grandi città. E per offrire abitazioni sostenibili, anche da un punto di vista economico, a chi ne ha bisogno: giovani coppie che decidono di vivere nei centri urbani o persone anziane che vogliono trasferirsi per esigenze personali o per avere più servizi vicini a disposizione.
Non a caso, il progetto ha vinto l’Australasian over-50s housing award del 2015, perché gli è stato riconosciuto il merito di aver proposto una soluzione abitativa accessibile a chi non può permettersi forti esborsi di denaro.