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Aria condizionata, un rischio per il surriscaldamento globale?

Aria condizionata che riscalda il pianeta

La crescente domanda di aria condizionata in tutto il mondo potrebbe accelerare il fenomeno di surriscaldamento globale. Un paradosso? Nient’affatto. Perché le attuali tecnologie utilizzate per il raffrescamento degli ambienti usano combustibili fossili e sono in grado di ridurre le temperature interne ma rilasciano calore, aumentando quindi quelle esterne.

L’allarme era stato lanciato qualche mese dal noto giornale britannico The Guardian, con un articolo a firma Jon Henley, giornalista esperto in cambiamenti climatici, in cui veniva sottolineato come l’uso in crescita di sistemi di condizionamento, dettato da un aumento esponenziale della classe media nei paesi in via di sviluppo, stesse minacciando il benessere mondiale.
Con l’imminente arrivo dell’estate la questione torna di attualità e vale la pena affrontarla, rileggendo attentamente i dati e la tesi sostenuta da Henley.

+25% delle temperature globali al 2060

La maggior parte delle tecnologie attualmente in uso, spiega il giornalista, producono freddo mediante processi di refrigerazione a compressione di vapore e utilizzano fluidi refrigeranti, come idrofluorocarburi o HFC, che assorbono e rilasciano calore. Gli HFC – che, lo ricordiamo, nel 2015 sono stati messi al bando in Europa a favore di nuovi refrigeranti a basso GWP ma il percorso di transizione appare molto meno semplice del previsto – possono produrre gas serra con un effetto di circa 4.000 volte superiore all’anidride carbonica. La conseguenza sul riscaldamento globale è stata di un aumento del 25% già a partire dalla metà del secolo in corso, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Nazionale per la Salute Pubblica e l’Ambiente dei Paesi Bassi. Sempre entro il 2060 la quantità di energia consumata per il condizionamento potrebbe superare quella utilizzata per il riscaldamento.

Consumo di energia per aria condizionata: +33% al 2100

Negli Stati Uniti l’87 % degli edifici sono già dotati di aria condizionata, la Gran Bretagna destina il 20% dell’elettricità per il funzionamento dei condizionatori e la Cina e l’India si stanno rapidamente adeguando. A Mumbai, in India, l’aria condizionata copre già il 40% del consumo energetico annuale e in Arabia Saudita vengono bruciati ogni anno un miliardo di barili di petrolio per l’aria condizionata. Si prevede che il consumo di energia per l’aria condizionata aumenterà di 33 volte entro il 2100 in tutto il mondo a causa dell’urbanizzazione e di un generale aumento dei redditi.

Le soluzioni per correre al riparo

Il quadro emerso è allarmante e secondo Toby Peters, professore nel Dipartimento di Energia dell’Università di Birmingham, intervistato da Jon Henley per il Guardian, bisognerebbe agire su due fronti. Da un lato limitando l’abuso dei condizionatori, usati spesso per raggiungere delle temperature eccessivamente basse. E dall’altro lato incentivando tutte quelle tecnologie che sfruttano fonti rinnovabili.