Banca della terra
Agricoltura

Banca della Terra, il database dei terreni agricoli abbandonati

Complice la crisi economica e conseguentemente quella occupazionale, sempre più giovani decidono di riscoprire gli antichi mestieri, come l’allevamento o l’agricoltura. Da un rapporto della Coldiretti emerge che nel 2015 sono aumentati in modo esponenziale i giovani che hanno deciso di dare continuità alle aziende di famiglia, ma il vero dato interessante del rapporto riguarda gli “agricoltori di prima generazione”, ovvero tutte quelle persone che arrivano da altri settori o da diversi vissuti familiari e che hanno deciso di scommettere sull’agricoltura. Insomma, davanti a un modello economico che non offre più le stesse prospettive di carriera e le possibilità lavorative di anni fa, le nuove generazioni scelgono di tornare a lavorare la terra. Questo anche grazie alle nuove opportunità a favore dei giovani agricoltori.

Banca della Terra, l’archivio dei terreni agricoli abbandonati

Fra queste vi è sicuramente l’iniziativa della Banca della Terra: un archivio online dei terreni agricoli non utilizzati da affidare a chi ne faccia richiesta. Il progetto, avviato in Italia nel 2012, ha come obiettivi il dare una nuova vita ai terreni incolti e abbandonati, rilanciando sistemi cooperativi agricoli e offrendo nuove opportunità di lavoro, specie alle giovani generazioni.

Terreni messi a disposizioni di chi vuole lavorarli

L’iniziativa, nata in Toscana grazie alla Lega Coop Agroalimentare e trasformata poi in legge dalla giunta regionale, prevede dapprima il censimento dei campi lasciati incolti. I terreni vengono poi messi a disposizione degli agricoltori privi di appezzamenti da coltivare, con precedenza ai giovani.

Il progetto sbarca anche in Trentino

La regione Toscana ha sicuramente fatto da apripista e in pochi anni ha raccolto risultati importanti (attualmente sono quasi 300 gli ettari di terreni pubblici che sono stati assegnati, su un totale di 500) ma sono diverse le regioni che hanno accolto il progetto. Dopo la Liguria, anche il Trentino nei giorni scorsi ha annunciato che la giunta provinciale ha dato il via libera ai criteri di costituzione della Banca della Terra.

“La finalità di questo strumento, previsto dalla legge 15 del 2015 sul governo del territorio – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola – è quella di contemperare fenomeni di abbandono e mancata coltivazione con l’esigenza di facilitare l’avviamento di nuove imprese agricole, con un conseguente ricambio generazionale, o il consolidamento delle imprese agricole già esistenti.”

Salvaguardia ambientale e prevenzione del rischio idrogeologico

L’iniziativa va vista come un’importante possibilità di salvaguardia e di rinascita dei territori, ridando vita a terreni altrimenti inutilizzati con un beneficio anche in termini naturalistici e di difesa da un punto di vista idrogeologico. Al tempo stesso la Banca della Terra, che verrà gestita tramite i servizi provinciali competenti in materia di agricoltura, offrirà agli abitanti nuove opportunità lavorative. Un aspetto particolarmente importante se consideriamo il boom di iscrizioni che si è verificato negli ultimi anni negli istituti professionali e nelle Facoltà di Agraria che dimostrano un interesse crescente da parte dei giovani di tornare a un antico mestiere come quello dell’agricoltura.

Investire in un ciclo virtuoso per l’economia locale

L’assegnazione dei terreni incolti potrebbe sicuramente alimentare l’interesse dei giovani a investire nel comparto, anche nel caso in cui non si provenga da famiglie di agricoltori o non si abbiano terreni di proprietà. La speranza degli amministratori regionali consiste nel credere che un nuovo investimento sull’agricoltura e sui giovani possa permettere la nascita di un circolo virtuoso e benefico sia per l’economia locale, che per l’ambiente e le nuove generazioni.

Quali sono i terreni agricoli abbandonati?

Ma cosa si intende per terreno agricolo abbandonato o incolto? Viene considerato abbandonato qualsiasi appezzamento di terra che non è stato utilizzato a fini produttivi da almeno tre annate agrarie. Sono queste le aree, insieme a quelle forestali da riportare all’uso agricolo, che possono essere censite dalle Comunità, nell’ambito degli studi propedeutici alla formazione del proprio Piano territoriale (PTC), con l’obiettivo di inserirle nel database della Banca della Terra. A questi terreni possono anche affiancarsi segnalazioni da parte dei Consorzi di miglioramento fondiario dalle organizzazioni professionali agricole e anche dai liberi professionisti dotati di abilitazione in materia agraria e forestale.

Tante forme contrattuali per gestire i terreni

Il progetto Banca della Terra prevede l’assegnazione dei terreni disponibili attraverso varie forme contrattuali, anche perché l’inventario comprende tutti i terreni e le aziende agricole sia di proprietà pubblica sia privata, disponibili per operazioni di affitto, concessione e compravendita. E’ ad esempio possibile che una cooperativa si candidi a coltivare direttamente un terreno in abbandono e decida di organizzare una attività di conduzione dei terreni. Così come vi è la possibilità che una cooperativa promuova la formazione di una nuova azienda agricola.

Come richiedere l’affidamento dei terreni

Come fare per chiedere l’affidamento di un terreno incolto? Dopo aver visionato l’elenco delle aree potenzialmente disponibili, gli interessati possono contattare direttamente il comune territorialmente competente al fine di avere i dati anagrafici del proprietario delle particelle fondiarie interessate, al fine di un rapporto diretto fra le parti.