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Biocarburante sostenibile, indovina con cosa faccio il pieno?

Non smettiamo mai di meravigliarci davanti alla ricerca scientifica… e lo stupore è ancora di più quando scopriamo fino a che punto si spinge la ricerca per scovare nuove – incredibili – fonti di biocarburante sostenibile.

Biocarburante sostenibile, dove meno te lo aspetti!

I biocarburanti possono essere estratti da un’incredibile varietà di meravigliose (e curiose) fonti. I ricercatori e le aziende di tutto il mondo cercano costantemente nuove opzioni da testare e talvolta ci si imbatte in cassi assurdi – o al limite dell’assurdo  – come il caso del chirurgo plastico americano, tale dottor Craig Bittner, che voleva utilizzare per la sua auto il grasso proveniente dalle liposuzioni o l’idea del 2008 del Principe Carlo di convertire la sua preziosa Aston Martin DB6 facendola andare a scarti di vino e formaggio.

Tuttavia nella corsa al biocarurante sostenibile ci sono esempi diversi – e decisamente più virtuosi – dei due appena raccontati che vale la pena tenere d’occhio e non sottovalutare.

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La Svezia e l’affare Coniglio

Qualche anno fa la Svezia ha dichiarato a tutto il mondo di essere sovrappopolata dai conigli. La capitale Stoccolma per tanto è dovuto correre ai ripari ricorrendo all’abbattimento, con l’obiettivo di preservare i parchi, le aree verdi della città e molte specie animali messe a rischio dalla fitta coabitazione con i simpatici animaletti. I conigli eliminati vengono congelati e poi spediti ad un impianto di riscaldamento a Karlskoga dove sono schiacciati e mescolati con trucioli di legno e torba, prima di essere bruciati. In questo modo – con una scelta che potrete immaginarlo ha diviso l’opinione pubblica – gli animali contribuiscono ad alimentare e riscaldare la città.

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Petrolio alla spina?

La consapevolezza che del biocarburante sostenibile possa essere realizzato grazie alla birra non è una novità. I primi a mettere in commercio della biomassa a base di birra sono stati i neozelandesi nel 2015. DB Brewery ha collaborato con il distributore di biocarburanti Gull per creare del carburante prodotto dal lievito di birra. DB Brewery ha sviluppato un sistema per estrarre etanolo dal lievito perfezionandolo per creare biocarburanti di alta qualità. Questo biocarburante è stato miscelato con il petrolio per creare il DB Export Brewtroleum che con una pessima ma divertente traduzione letterale potremmo definire come il birratrolio. Durante un progetto-test di sei settimane nel 2015, il Brewtroleum ha sostituito il biocarburante standard Gull, alle pompe dove se ne sono venduti 300.000 litri. Si stima che l’uso di Brewtroleum in quelle settimane abbia fatto risparmiare l’equivalente di 55 tonnellate di anidride carbonica.

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Dai pannolini al diesel

AMEC ha annunciato che creerà in Quebec un impianto interamente alimentato da pannolini sporchi. L’impianto si basa sull’idea della pirolisi, un trattamento termico che converte i rifiuti (in questo caso i pannolini) in un mix di gasolio sintetico, gas metano e “carbonio ricco di carbonio”.
Non è la prima volta che i rifiuti umani sono al centro di progetti di successo sui biocarburanti. Nel 2012 la Amec ha vinto un premio per l’iniziativa SEED fondato dal programma ambientale delle Nazioni Unite e il sostegno finanziario della Fondazione Gates per il progetto pilota di un convertitore di rifiuti in biodiesel in Ghana.

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Macchine al cioccolato

I ricercatori dell’Università di Warwick, nel Regno Unito, hanno sviluppato un’automobile di Formula 3 davvero unica. Il suo segreto? L’automobile non è costruita esclusivamente da materiali vegetali, con specchi fatti di amido di patata e pastiglie freno da gusci di noce di anacardi, ma è alimentata anche dal cioccolato. I residui di cioccolato fornito da Cadbury, una delle principali fabbriche del Regno Unito, sono stati utilizzati per alimentare l’auto. Come? Mescolandoli a dell’olio vegetale per creare un biodiesel che ha spinto l’auto da Zero a 60 chilometri orari in soli 2,5 secondi.