biofuel da legno cippato
Bioenergie

Come ottenere carburante green dagli scarti del legno e dai rifiuti: il biofuel da legno cippato

È possibile produrre biofuel da legno cippato? La risposta la fornisce la società energetica norvegese Statkraft, che ha trovato un modo per ottenere biocarburante dal legno cippato e da altri tipi di rifiuti solidi organici.

Tutto avviene in pochi minuti, con un processo che replica in maniera rapidissima quello che ha portato alla nascita del petrolio greggio in milioni di anni.

Cos’è il legno cippato e perché usarlo in ambito energetico conviene

Il legno cippato è uno scarto del legno, che proviene da lavorazioni dell’agricoltura e dei boschi, come opere di potatura,  pulitura del sottobosco dai rami e dalle piante cadute, disboscamenti programmati. Gli scarti sono ridotti in frammenti di piccolissime dimensioni e ammassati per farli essiccare, prima di essere pronti per la combustione.

Il cippato è un tipo di combustibile molto economico ed ecologico: essendo il prodotto di uno scarto di lavorazione, non depotenzia l’ambiente di risorse utili ed ha un bassissimo potere inquinante, poiché l’anidride carbonica che la sua combustione rilascia nell’atmosfera è pari a quella che le piante riescono ad assorbire durante il loro naturale processo di fotosintesi clorofilliana.

Il suo costo poi è notevolmente inferiore a quello della maggioranza dei combustibili esistenti in commercio.

Biofuel dal legno cippato: il progetto della norvegese Statkraft

Se fino a questo momento quindi il legno cippato è stato utilizzato soprattutto come combustibile ecologico, ad esempio nel riscaldamento domestico, oggi questo materiale potrebbe servire anche per ottenere un carburante liquido ecologico.

Come si produce il biofuel dal legno cippato? Per trattare il cippato, l’azienda Statkraft ha ideato un processo di “liquefazione termo idraulica”. Legno e rifiuti organici sono sottoposti ad elevate temperature e processi di pressione e trasformati in gasolio naturale. Dopo che i rifiuti sono trasformati in un liquido ricco di energia, infatti, dal composto viene separata l’acqua e viene aggiunto idrogeno, così da produrre un gasolio del tutto simile al petrolio raffinato.

Silva Green Fuel, una join venture per un combustibile eco-friendly

Per realizzare il suo progetto, la Statkraft e il gruppo siderurgico svedese Sondra hanno formato una join venture chiamata Silva Green Fuel, che realizzerà quest’anno un elevato investimento per realizzare un impianto pilota di produzione del gasolio ecologico a Tofte, a sud di  Oslo.

In base alle previsioni, fino al 7% del nuovo biofuel potrà essere miscelata all’interno del combustibile diesel tradizionale, ricavato da fonti fossili, e utilizzato all’interno di qualsiasi veicolo senza alcuna modifica, dato che i due tipi di combustibile hanno la stessa densità.

Il mercato principale cui si rivolge il prodotto non è quello delle automobili, poiché su questo fronte ci si sta già muovendo per migliorare la tecnologia e l’accessibilità delle auto elettriche. L’attenzione è rivolta invece, in questo caso, soprattutto agli aerei, che richiedono ingenti quantità di carburante per funzionare.

Biofuel da legno cippato, i vantaggi e gli scenari futuri

La portata dell’utilizzo di questo nuovo combustibile liquido e green potrebbe essere rivoluzionaria.

Soprattutto se si confronta con altri tentativi di produrre biocarburante, che sono più o meno falliti, a causa di impedimenti di natura tecnologica, ma anche per problemi relativi alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime necessarie, soprattutto da parte dell’Unione Europea. Questa infatti pone un limite alla quantità di terreni agricoli che possono essere sottratti alla produzione alimentare per essere destinati alla produzione di biocarburanti, come ad esempio il bioetanolo, prodotto a partire dalla canna da zucchero.

L’innegabile vantaggio del produrre biofuel da legno cippato è che questo utilizza scarti di lavorazione, che non avrebbero destino diverso dal finire nella spazzatura.

Un impianto a pieno regime costerebbe più di 100 milioni di euro e richiederebbe almeno altri 5 anni di lavoro.

Ma già si guarda lontano: se il sistema dovesse affermarsi, nei prossimi anni si potrebbe ridurre di molto la domanda energetica di petrolio in Norvegia ma anche in altre parti del mondo.

E anche i costi fanno  ben sperare, poiché per il momento il biofuel dal legno cippato non è soggetto allo stesso tipo di tassazione, cui sono soggetti i carburanti derivati dal petrolio. Il grande interrogativo riguarda se questo tipo di vantaggi fiscali sia conservato o meno a lungo. Ma, nel dubbio, ce lo auspichiamo.