Coltivazioni di riso sostenibili: dalla Cina una scoperta che potrebbe cambiare le carte in tavola
Agricoltura

Coltivazioni di riso sostenibili: dalla Cina una scoperta che potrebbe cambiare le carte in tavola

Secondo i dati della FAO, alcuni paesi al mondo stanno vivendo momenti di siccità estrema. Non che in Italia non sia successo quest’estate ma qui parliamo di livelli decisamente più elevati. A subire le conseguenze del riscaldamento globale sono soprattutto lo Sri Lanka, la Corea del Sud, Il Nepal e l’India, le ultime 2 colpite anche da devastanti inondazioni. La stessa Cina non è al sicuro e, anzi, sta sperimentando fasi siccitose notevoli il cui effetto principale è un forte calo delle produzioni agricole. È pur vero che proprio dalla Cina, arrivano le più innovative azioni per limitare l’inquinamento: pensiamo alle recenti misure per chiudere circa il 40% delle fabbriche o agli ingenti investimenti in energie rinnovabili. In aggiunta, per limitare il problema della siccità e delle scarse risorse idriche, si sta puntando molto su coltivazioni di riso sostenibili. Parliamo, nella fattispecie, di riso che può crescere anche in acque salate.

Lo scienziato cinese autore della scoperta rivoluzionaria

Yuan Longping è uno scienziato molto conosciuto in Cina per i propri studi sul riso ibrido avviati negli anni ’70. A 87 anni è anche diventato il leader della ricerca volta a ottenere una nuova qualità di prodotto che possa crescere anche in acque salate. A spingere con forza lo studio sono state le condizioni climatiche che la Cina ha dovuto affrontare di recente, in particolare i lunghi periodi di siccità. La mancanza di acqua dolce in cui far crescere le piante è stato l’input da cui è partito Yuan Longping per immaginare coltivazioni di riso sostenibili che assicurassero grandi quantità di prodotto anche acqua salata. Basti pensare che circa un terzo dei terreni coltivabili cinesi è sottoposto agli effetti negativi del sale per capire la portata di questa ricerca. In queste zone, infatti, il sale presente stressa le piante, rendendo loro difficile l’attività di fotosintesi necessaria per sopravvivere e crescere forti. Ad aggravare ancora di più il problema, è il fenomeno delle inondazioni, in forte crescita a causa dello scioglimento dei ghiacci conseguente al riscaldamento globale. Effetto di tale situazione è l’aumento della concentrazione di sale nei terreni che, specie nella zona del Dongying, è maggiore dello 0,5% rispetto alla media nazionale.

Coltivazioni di riso sostenibili: dalla Cina una scoperta che potrebbe cambiare le carte in tavola

L’esperimento eseguito sulle coste del Mar Giallo

La ricerca di Yuan Longping, che ha portato alla creazione di piante più resistenti al sale, è proseguita empiricamente nella zona costiera di Quingdao, presso il Mar Giallo. Qui sono state piantate circa 200 varietà di riso modificate, per osservarne la reazione in ambiente fortemente salino. Nei campi, è stata pompata artificialmente l’acqua del mare, dopo essere stata diluita perché caratterizzata da un’esagerata concentrazione di sale. I risultati dell’esperimento sono stati decisamente positivi, superando ogni più rosea aspettativa iniziale. In alcune zone, infatti, sono state prodotte circa 9 tonnellate di riso per ettaro, quando l’obiettivo era stato fissato in appena la metà. Si è detto, in precedenza che circa un terzo dei terreni coltivabili cinesi sono soggetti agli effetti delle acque salate. Ma se, grazie a questa scoperta, anche solo un decimo di essi venisse coltivato con riso a prova di sale, se ne potrebbero produrre fino a 50 milioni di tonnellate, capaci di nutrire circa 200 milioni di persone.

Coltivazioni di riso sostenibili: il cibo del futuro?

La Cina già ora produce più riso di qualsiasi altro paese al mondo. Ma se potesse farlo anche in zone ad alta salinità, potrebbe sfamare senza problemi tutta la propria enorme popolazione. In più, alcuni dei terreni tradizionalmente adibiti alle coltivazioni di riso, si potrebbero convertire ad altre colture o all’allevamento, offrendo così un’alimentazione maggiormente variegata. Il riso coltivato con acqua salata è già in vendita in Cina ma costa circa 8 volte più di quello tradizionale. Ciò nonostante, sta avendo un grande successo e pare che il motivo principale sia il sapore, molto più intenso e carico di sfumature.

Il risvolto della medaglia nella coltivazione del riso

Se è vero che coltivazioni di riso sostenibili possono aiutare la Cina a sfamare la propria popolazione, è anche vero che potrebbero contribuire ad aumentare le emissioni inquinanti nell’aria. Infatti, secondo uno studio del 2012 ad opera del Trinity College di Dublino, risulta che il riso, piantato in un ambiente saturo di anidride carbonica e mediamente più caldo, è il fattore scatenante di pericolose emissioni di metano. Ma non sarebbe direttamente il riso il responsabile per questo processo. Parliamo, piuttosto, dei microrganismi che vivono nei terreni e che si nutrono delle sostanze prodotte dalle suddette piante. In pratica, quando aumenta la concentrazione di CO2 nell’aria, il riso cresce più in fretta perché la fotosintesi subisce una notevole spinta. Di pari passo, con il rafforzarsi della pianta, anche i microrganismi diventano più robusti e maggiormente capaci di immettere metano nell’atmosfera.