Quello delle coltivazioni indoor è qualcosa di più di una semplice possibilità, ma diventa in certi casi una vera e propria necessità per il futuro
Agricoltura

Coltivazioni indoor, Bowey la start up che cambierà il modo di mangiare insalata

Proprio qualche giorno vi abbiamo raccontato di un nuovo prodotto Ikea, ovviamente fai da te, grazie al quale è data a tutti la possibilità di costruire e possedere un piccolo orto urbano e dare così vita ad attività private o comuni di coltivazioni indoor. Gli amanti dell’aria aperta e gli irriducibili della vita immersi nella natura forse rabbrividiranno a leggere queste parole, ma quello delle coltivazioni indoor è un concetto che dobbiamo iniziare a considerare come qualcosa di più di una semplice possibilità perché in certi casi è una vera e propria necessità.

Quello delle coltivazioni indoor è qualcosa di più di una semplice possibilità, ma diventa in certi casi una vera e propria necessità per il futuro

Coltivazioni indoor, ecco Bowery

L’inquinamento, le condizioni meteorologiche estreme e la sovrappopolazione sono agenti che minacciano la vitalità delle grandi aziende agricole che operano all’aperto; per questo una startup chiamata Bowery Farming ha raccolto 7,5 milioni di dollari per  finanziare la coltivazione del cibo direttamente in casa o in città, anche se si vive nel bel mezzo di una metropoli.

Approccio Hi Tech

La startup ha un approccio hi tech e utilizza elementi di robotica, illuminazione a LED, analisi di big data e sensori per far crescere le verdure a far inverdire le foglie e tenere monitorata ogni attività vitale del raccolto; e tutto questo può avvenire al chiuso, all’interno delle quattro mura, senza l’ausilio di pesticidi e soprattutto utilizzando pochissima acqua.

Quello delle coltivazioni indoor è qualcosa di più di una semplice possibilità, ma diventa in certi casi una vera e propria necessità per il futuro

Massima resa, minima spesa

Bowery Farming genera introiti grazie alla vendita dei suoi prodotti nel commercio all’ingrosso, tra cui diversi tipi di lattuga, cavoli, spinaci, basilico e via dicendo. La società sostiene che le sue tecnologie lasciano crescere i frutti della terra per 365 giorni l’anno essendo in questo modo 100 volte più efficienti di una fattoria tradizionale e utilizzando il 95% di acqua in meno.

Il co-fondatore e CEO di Bowery Farming, Irving Fain ha dichiarato: “Con tutti i progressi tecnologici che abbiamo visto negli ultimi dieci anni, è ora possibile avere una produzione costante affidabile. Abbiamo iniziato a lavorare su questa tecnologia due anni fa, pensando a quello che ci servirà per poter nutrire una popolazione mondiale che raggiungerà presto nove miliardi di individui ed entro i prossimi 35 anni, quando si prevede che il 70% della popolazione mondiale vivrà in città”.

Quello delle coltivazioni indoor è qualcosa di più di una semplice possibilità, ma diventa in certi casi una vera e propria necessità per il futuro

Coltivazioni sempre connesse

La maggior parte della tecnologia è gestito con sistemi completamente proprietari della società. Bowery utilizza computer e altri sensori per monitorare le sue piante e il clima interno. Ed elabora milioni di dati in tempo reale sulle variabili che incidono sui raccolti e può dire se c’è da prevedere qualche cambiamento nella crescita di una pianta, o se la crescita sta andando in una direzione che porterà dei cambiamenti sulla qualità del raccolto, sul colore dei frutti o sul sapore.

Tra ristoranti e reality

First Round Capital guida le partecipazioni in Bowery, insieme a Box Group , Lerer Hippeau Ventures e lo chef Tom Colicchio, amato per le sue costolette e per il suo ruolo di giudice in uno show. Fain ha detto che alcuni dei ristoranti di Colicchio hanno già utilizzato i prodotti Bowery che sono venduti anche presso i mercati di tutta  New York e l’area periferica e in generale nei Whole Foods Market.

Quello delle coltivazioni indoor è qualcosa di più di una semplice possibilità, ma diventa in certi casi una vera e propria necessità per il futuro

Perché aspettare la crisi?

Uno dei partner della startup, Rob Hayes, ha dichiarato: “In agricoltura, tutti sono d’accordo che nel giro di quindici anni l’acqua sarà un bene prezioso e in alcuni casi eccessivamente costoso, i terreni sani saranno pochi e sarà più semplice e meno dispendioso coltivare al chiuso che all’aperto. Perché, quindi aspettare che la crisi sia reale per attivarsi? Perché non iniziare a trovare una soluzione al problema già da adesso?”

Secondo il CAICAN, il network californiano che opera sul clima e l’agricoltura lo “stato insalatiera” (così viene chiamata la California per via del suo spaventoso consumo di verdure) perde ogni anno una media di di 50.000 acri di terreno agricolo. Questo trend va avanti da trent’anni ed è dovuto al progressivo e insostenibile sviluppo urbano.

Grande concorrenza

Bowery deve affrontare la concorrenza dei grandi produttori di verdure, come Earthbound Farms o Dole, ma anche di altre start-up che si dedicano alle coltivazioni indoor e sostenibili come Aerofarms , o BrightFarms. Hayes ha dichiarato che una delle cose che di più lo ha affascinato della start up è stato il suo sistema di lavoro e inoltre la sua capacità di programmare e prevedere futuri scenari. A tal proposito, sempre da Fain apprendiamo che Bowery prevede di utilizzare il nuovo finanziamento per la costruzione di nuovi parchi al coperto, sviluppare e testare nuove tecnologie per aumentare altre colture in casa, e di continuare a costruire legami e interconnessioni con generi alimentari, ristoranti e aziende alimentari di e-commerce.