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Benessere green

Con il Das eravamo tutti scultori: peccato che c’era l’amianto

Das all’amianto

Una notizia sconcertante per i meno giovani tra i nostri lettori: la famosissima pasta per modellare ‘Das’ negli anni Sessanta e Settanta conteneva fibre di amianto. Insomma, se quarant’anni fa ci divertivamo a creare sculture casalinghe con questo materiale, di fatto siamo stati esposti a fibre pericolose. Vittime designate, dunque, non solo i bambini di allora, ma anche gli insegnanti, i genitori e soprattutto gli addetti alla produzione del Das, prodotto dalla Adica Pongo, in provincia di Firenze.

55 milioni di confezioni contenenti amianto

Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo) dell’Università di Firenze e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Scandinavian Journal of Work Environment and Health. Stando ai dati della ricerca, la Adica Pongo avrebbe prodotto e messo in commercio Das con amianto tra il 1963 ed il 1975, andando così ad esporre a questa fibra diverse generazioni di bambini e adolescenti. In tutto le confezioni di Das contenenti amianto finite sul mercato italiano ed internazionale sarebbero circa 55 milioni: moltissime nelle nostre case, ma anche in quelle olandesi, inglesi, tedesche e norvegesi .

La svolta del 1975

C’è da sottolineare che dapprima il Das non veniva venduto sotto forma di pasta pronta, bensì come polvere da miscelare con acqua. Durante i primi tre anni, dunque, il pericolo legato alla presenza di amianto era molto maggiore, ridimensionato poi dalla scelta dell’azienda di passare alla pasta già pronta per essere modellata. Dal 1975 in poi, nella produzione del Das si sostituì l’amianto con la cellulosa. Questi dettagli sulla produzione passata della Adica Pongo, chiusa ormai da più di vent’anni, sono state forniti dalle analisi in laboratorio effettuate dagli studiosi, da informazioni fornite da ex dipendenti della Adica Pongo e persino dalle fatture relative all’acquisto di amianto, proveniente dall’Amiantifera di Balangero, in provincia di Torino, attiva fino al 1990.

Oggi non c’è vero pericolo

Il rischio d’esposizione, a tanti anni di distanza, è ormai minimo. Se dunque possediamo tuttora degli oggetti realizzati con il Das degli anni Sessanta e Settanta, possiamo stare tranquilli: secondo Stefano Silvestri, igienista del lavoro dell’Ispo, il rischio esiste «solo se questo materiale dovesse essere polverizzato e inalato in quantità apprezzabili». In ogni caso, ha precisato Silvestri, «se si polverizzasse uno di questi oggetti ci sarebbe un ‘rischio di esposizione’, che non significa rischio di contrarre malattie tumorali a causa dell’amianto».