Alcuni bidoni contenenti scorie nucleari
Italia

Dove verrà costruito il Deposito nucleare nazionale?

RIFIUTI RADIOATTIVI. Sono più di cinquant’anni che l’Italia è alla ricerca di una soluzione per le proprie scorie radioattive. Nel 1987 gli italiani si espressero attraverso un referendum chiedendo la chiusura degli impianti nucleari attivi nel nostro paese. Da allora i rifiuti radioattivi prodotti negli anni precedenti devono ancora trovare un deposito sicuro. Finalmente l’annosa questione sembra però arrivata ad una sistemazione contreta: l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha pubblicato la Guida tecnica per lo smaltimento dei rifiuti del nucleare. Titolo completo del documento è ‘Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi di bassa e media intensità’.

IL DEPOSITO NUCLEARE NAZIONALE. In queste 12 pagine l’Ispra delinea le caratteristiche delle aree potenzialmente idonee alla creazione del Deposito nucleare nazionale, che dovrà essere messo in opera dalla Sogin, la società pubblica che gestisce lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane. Il documento era atteso già l’anno scorso, ma l’estrema importanza del progetto ne ha dilatato le tempistiche: il Deposito dovrà infatti smaltire circa 90 mila metri cubi di materiale radioattivo.

I CRITERI DI ESCLUSIONE. Stando ai criteri redatti dall’Ispra, il Deposito nucleare non potrà essere costruito in aree vulcaniche, né in zone a sismicità elevata e a rischio frane o inondazioni. Sempre lavorando per esclusione, non sono ritenute idonee aree con un altitudine superiore ai 700 metri, né quelle ad una distanza inferiore ai 5 chilometri dalla costa. Sono state ovviamente depennate anche le zone adiacenti ai centri abitati e localizzate in aree protette.