Elefanti nel parco Hwange
Animali

Zimbabwe: sessantadue elefanti uccisi con il cianuro

Bracconieri ed elefanti

In nessun caso il bracconaggio è accettabile. Se le vittime sono delle specie a rischio come gli elefanti, poi, questo atto diventa ancora più deprecabile. Ma al peggio sembra non esserci mai fine: non solo nello Zimbabwe decine di elefanti vengono uccisi dai bracconieri ogni settimana, ma questo delitto viene portato avanti con un’arma subdola, del tutto umana ma proprio per questo ancora più disumana: il cianuro.

Il cianuro

Solitamente questo particolare veleno viene citato nei film d’azione. A renderlo famoso furono i vertici del partito nazista in Germania, i quali, una volta compreso che la guerra era ormai perduta e che davanti a loro non potevano che aprirsi le porte dei tribunali di guerra per crimini contro l’umanità, decisero di affidare la propria vita e quella dei propri cari al cianuro. Lo stesso Hitler, all’interno del suo bunker, pose fine alla propria esistenza con una capsula di cianuro.

Una vera strage

Rispolverando questo potente veleno dalle sceneggiature cinematografiche e dalla storia i bracconieri africani hanno deciso di utilizzare il cianuro per portare a termine i loro loschi affari. In un solo mese, nel Parco Nazionale di Hwange, in Zimbabwe, sono stati uccisi 62 elefanti, di cui 23 in un solo colpo. La modalità scelta dai bracconieri è infida: essi infatti iniettano il veleno nella frutta, per lo più in arance, per poi lasciarla nei pressi degli elefanti. Ovviamente i pachidermi non hanno scampo, e cadono come le mosche.

Hwange

Il Parco Nazionale di Hwange vanta la più alta concentrazione di animali di tutto il continente africano, con un’estensione di circa 15 mila chilometri quadrati. Elefanti, ma anche bufali, giraffe, zebre, antilopi, leoni, leopardi, ghepardi, rinoceronti, iene, e oltre 400 specie di uccelli. Un vero e proprio paradiso, dal quale il turismo è del tutto escluso, per salvaguardare appieno gli animali. Ma dove non arriva il turista arriva il bracconiere, alla ricerca di avorio facile. La responsabile relazioni esterne del parco, Caroline Washaya Moyo, ha dichiarato che «la velocità con cui stiamo perdendo gli animali a causa del cianuro è allarmante», dato che «molte altre specie stanno morendo per colpa del veleno usato dai bracconieri per gli elefanti». Nel mirino dei criminali ci sono dunque i pachidermi ed il loro avorio, ma a farne le spese sono spesso anche gli altri animali, che ingenuamente si cibano della frutta avvelenata. Nell’ultimo periodo alcuni bracconieri sono stati arrestati, ma la galera e le multe non sembrano essere un deterrente sufficiente per fermare questo scempio nei confronti della natura.