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Fiumi entità viventi: Gange e Whanganui come ‘persone’ davanti alla legge

Fiumi entità viventi? Sappiamo che in molte parti del mondo i fiumi vengono considerati sacri ma da qui a paragonarli a esseri umani il passo potrebbe sembrare paradossale. Ma non lo è. Perché è quanto è accaduto in India e Nuova Zelanda poche settimane fa, con due decisioni governative che di fatto hanno ufficialmente assegnato ai bacini fluviali la connotazione di esseri viventi. Come? Dandogli lo status di persona giuridica, con gli stessi diritti (e doveri) dell’uomo.

Fiumi entità viventi, il Whanganui avrà gli stessi diritti dell’uomo

Da sempre il fiume neozelandese Whanganui, il terzo più lungo del Paese con un bacino di circa 8mila metri quadrati, viene considerato sacro dalle tribù indigene maori. “Io sono il fiume, e il fiume è me” è un antico detto Maori che definisce con chiarezza la filosofia delle popolazioni indigene che vedono gli elementi naturali come l’albero genealogico da cui l’uomo discende. Motivo per cui il benessere del fiume è stato sempre considerato indispensabile per il benessere della popolazione locale. E da 140 anni gli indigeni lottano affinché questo principio venisse rispettato, anche a livello legislativo.

“Abbiamo sempre combattuto per l’anima del fiume– ha dichiarato Gerrard Albert, che ha condotto le negoziazioni per la tribù maori Whanganui Iwi – Noi trattiamo il fiume come un antenato ed era necessario trovare qualcosa che si avvicinasse a questo nella legge e lo confermasse. Abbiamo lottato affinché tutti potessero capire che, dalla nostra prospettiva, trattare il fiume come un essere vivente è il giusto modo di approcciarlo.”

Due portavoce del fiume

Ora la legge è arrivata. Al fiume Whanganui sono stati assegnati tutti diritti, i doveri e le responsabilità di una persona e sarà rappresentato congiuntamene da un membro nominato dalla comunità maori e uno nominato dal governo. Il loro compito sarà quello di portavoce del fiume, oltre a curarne il suo stato legale, oltre alla sua salute e benessere. Grazie al nuovo status giuridico, danneggiare in qualunque modo il fiume equivarrà legalmente a ferire la tribù maori. Il fiume potrà quindi anche essere rappresentato in procedimenti in tribunale.
La nuova legge prevede anche un indennizzo finanziario di 80 milioni di dollari neozelandesi, pari a circa 52 milioni di euro, e il governo inoltre contribuirà con 30 milioni di dollari, ovvero circa 20 milioni di euro, per la creazione di un fondo, che verrà gestito dai portavoce e responsabili del fiume al fine di garantirne il buono stato.

Fiumi entità viventi anche in India

Pochi giorni dopo la storica decisione del Parlamento della Nuova Zelanda che ha dato personalità giuridica al fiume Whanganui, è stata la volta dell’India, dove il tribunale dello Uttarakhand – uno stato himalayano- ha confermato l’esistenza di fiumi entità viventi. Proprio in occasione delle celebrazioni per la Giornata mondiale dell’acqua, i fiumi Gange e Yamuna hanno ottenuto il riconoscimento dei loro diritti, come se fossero persone in carne e ossa.

Gange e Yamuna come persone giuridiche

Rifacendosi a quando legiferato dal Parlamento neozelandese – cui hanno fatto esplicito riferimento- i giudici hanno preso la loro decisione, spiegando come ‘i due corsi fluviali rappresentano per gli indù entità sacre, divinità e riconoscono loro un ruolo cruciale nel fornire “sostentamento fisico e spirituale” agli esseri viventi.’

“Il Gange e lo Yamuna-  insiste l’ordinanza- respirano, sostengono e vivono con le diverse comunità dalle montagne al mare, e per questo esiste il massimo vantaggio nel conferire lo status di persona vivente/entità legale ai due fiumi.”

In ballo c’è anche una questione ambientale

In questo caso, però, l’urgenza di affidare ai bacini fluviali lo status di persona giuridica ha molto a che vedere con questioni ambientali. E’ infatti dopo avere esaminato l’istanza di un cittadino che chiedeva urgenti decisioni per proteggere l’equilibrio ecologico dei fiumi sacri indiani che l’Alta Corte dell’Uttarakhand ha deciso di firmare l’ordinanza attesa dalla popolazione. D’ora in poi infatti inquinare i due fiumi equivarrà legalmente a danneggiare una persona, con le relative conseguenze legali e giuridiche.

I fiumi più inquinati del mondo

A dire il vero lo stato di salute dei due fiumi è già piuttosto compromesso. Sebbene le acque del Gange, oltre ad essere il luogo in cui gli induisti si immergono per purificarsi, vengano utilizzate per la fornitura di acqua potabile, sono fra le più inquinate al mondo. Nel Gange, secondo alcuni dati, vengono riversati ogni giorno 1,5 miliardi di litri di liquami non trattati e 500 milioni di rifiuti industriali. E lo Yamuna non se la passa meglio, anzi, la totale assenza di forme di vita in alcuni punti, fa dedurre che lo sia ancor più del Gange.
A pesare sul pessimo stato dei fiumi è la carenza di controlli e una ‘negligenza’ locale: proprio di recente i governi dell’Uttarakhand e del vicino Uttar Pradesh avrebbero dovuto istituire il Ganga Management Board, un’agenzia ambientale di controllo, ma non è mai stato fatto. Si spera che la nuova legge possa finalmente contribuire a un’inversione di tendenza.