L'interno di un supermercato (foto: www.slowfood.it)
Green economy

Francia: se butti il cibo, vai in galera

Una legge contro lo spreco alimentare

Butti cibo ancora utilizzabile nella spazzatura? Rischi la galera. Succede in Francia, dove già da qualche tempo si cerca di risolvere il problema del cibo sprecato. La questione dello spreco, che in tutto l’Occidente ha raggiunto livelli gravissimi, è finalmente arrivata a smuovere un governo europeo: l’Assemblea Nazionale francese ha approvato una legge che istituisce il reato di spreco alimentare. Osservati speciali saranno i supermercati sopra ai 400 metri quadrati, ai quali verrà proibito di buttare nella spazzatura il cibo invenduto ma ancora consumabile. Ma se la Francia ha trovato una prima soluzione a questo problema, è anche vero che lo spreco alimentare è un fenomeno transnazionale. Da questo punto di vista, insomma, non si può che sperare che altri paesi possano prendere quanto prima esempio da quanto deciso dall’Assemblea Nazionale francese.

Un trilione di dollari di cibo buttato

Secondo le stime della FAO più del 35% del cibo prodotto a livello mondiale finisce direttamente nell’immondizia, senza passare sulla tavola di nessuno. Il costo economico di questo insensato processo produttivo sarebbe di circa un trilione di dollari all’anno. Ma al di là dei soldoni, quello che conta di più è il fatto che al mondo vivono tuttora 800 milioni di persone con problemi di malnutrizione, una tragedia immane e senza senso, se si pensa a quanto cibo viene letteralmente buttato nei paesi ricchi del pianeta. É dunque doveroso ripensare la catena produttiva e distributiva, educando sia i rivenditori che i consumatori. In questo senso la legge francese non può che fare scuola, poiché, oltre che istituire una pena di due anni di carcere per il rivenditore che continua a cestinare il cibo invenduto, prevede anche l’istituzione di un programma educativo nelle scuole primarie, volto ad insegnare ai bambini il rispetto per il cibo. Capire che dietro al cibo ci sono il lavoro, il suolo fertile, l’energia e l’acqua può infatti spingere i futuri cittadini a tagliare drasticamente la tendenza allo spreco alimentare.