shopper fuorilegge
Italia

La Guardia di Finanza insegue la shopper fuorilegge

L’operazione della Guardia di Finanza

Con tutto quello che è stato fatto per spingere il mercato italiano ad abbandonare le inquinanti shopper di plastica per abbracciare le buste biodegradabili, sentire queste notizie fa davvero salire la rabbia. Nelle scorse settimane la Guardia di Finanza ha portato avanti un’operazione tra Calabria e Sicilia: qui sono state sequestrate più di 200 mila shopper non in regola con le attuali normative. E non solo sono state sequestrate queste borse pronte ad essere utilizzate sul mercato, ma anche più di due tonnellate di materia per la produzione di questi sacchetti fuori legge. In tutto sono state 38 le persone deferite all’Autorità giudiziaria per frode commerciale e concorso di reato, con multe che raggiungono la cifra astronomica di 1,8 milioni di euro. Da questa operazione andata a buon fine, però, nasce un tarlo: quanti sacchetti fuori norma vengono tuttora prodotti e spacciati per ecosostenibili?

L’impulso del Ministero

La stessa domanda devono essersela posta anche al Ministero dell’Ambiente, perché proprio da lì è partito l’impulso che ha spinto all’azione delle Fiamme gialle. Queste ultime hanno così intensificato il proprio impegno nel prevenire e reprimere le anomalie nel settori degli imballaggi di plastica. L’obiettivo, chiaramente, è quello di tutelare il settore industriale della chimica verde, ma soprattutto l’ecosistema e i consumatori. Come ha infatti ricordato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti,

«sulle shopper l’Italia ha avuto sempre una posizione d’avanguardia in Ue orientata al massimo grado di tutela ambientale contro ogni violazione e contraffazione pericolosa per l’ambiente e per l’economia: una norma per la quale abbiamo rischiato anche un’infrazione sulla concorrenza ma che invece è diventata una norma di riferimento ambientale».

La via italiana

L’attenzione posta dal Ministero dell’Ambiente sulla questione delle buste biodegradabili è motivata dall’impegno italiano in questo senso e dal ruolo che l’Italia ha giocato in Europa per la riduzione progressiva dell’utilizzo di sacchetti di plastica. Va infatti ricordato che già da sei anni in Italia è stato vietato l’utilizzo di sacchetti per la spesa inquinanti. Secondo i dati dell’anno scorso, in Europa si consumano circa 200 sacchetti di plastica procapite ogni anno. Davanti a questa cifra mostruosa, anche la Commissione Europea ha voluto adeguarsi alla decisione italiana, ponendosi come obiettivo quello di ridurre la cifra a 90 buste pro capite entro il 2019 e a 40 pro capite entro il 2025.