fotovoltaico soppianterà il carbone
Solare

Il fotovoltaico soppianterà il carbone molto prima del previsto

Se fino a poco tempo fa l’idea di un mondo alimentato soltanto grazie alle energie rinnovabili sembrava pura utopia, ora potrebbe non esserlo più. Gran parte del merito va senz’altro attribuito al fotovoltaico su cui si è investito molto, sia a livello di ricerca scientifica e tecnologica sia di incentivi economici, e che può contare su una diffusione capillare in tutto il mondo. Ma la domanda che tutti ci facciamo è sempre la stessa: quando il fotovoltaico soppianterà il carbone definitivamente?

Le previsioni del Bloomberg New Energy Finance

Secondo le previsioni statistiche del Bloomberg New Energy Finance (BNEF) molto prima di quanto potremmo immaginare. Nell’ultimo report pubblicato, in cui viene analizzato l’andamento dei mercati legati all’elettricità e ai combustibili fossili da qui al 2040, si evidenzia come l’energia solare sia diventata ormai una fonte talmente economica da poter ipotizzare una messa al bando del carbone e addirittura degli impianti a gas con diversi anni di anticipo rispetto alle prospettive finora delineate.

In Usa e Germania il solare è già più competitivo dei combustibili fossili

Gli analisti ritengono che il solare sia già molto più competitivo in termini di costi rispetto alle nuove centrali di carbone negli Stati Uniti e in Germania e lo diventerà, entro il 2021, in alcuni mercati in via di sviluppo che stanno registrando alti tassi di crescita, come quelli della Cina e dell’India.

Il fotovoltaico soppianterà il carbone molto presto

L’outlook del BNEF evidenzia che le energie rinnovabili hanno registrato un vero e proprio boom negli ultimi anni, il che fa presagire che si imporranno sui combustibili fossili con tempistiche molto più ridotte rispetto a gran parte delle previsioni fatte dagli esperti. Se ciò fosse vero sarebbero sbagliate anche le aspettative in termini di aumento dell’inquinamento. Secondo i ricercatori infatti dal 2026 in poi ci sarà una graduale riduzione delle emissioni di CO2 a livello globale, a differenza di quanto sostenuto dall’International Energy Agency (IEA) statunitense, che invece ne stima un costante aumento.

“I costi delle nuove tecnologie legate all’energia rinnovabile stanno crollando con una tale rapidità che non è più una questione di domandarsi ‘quando e se’ – ha dichiarato Seb Henbest, ricercatore presso BNEF di Londra e autore principale del rapporto- È un dato di fatto che il fotovoltaico soppianterà il carbone e secondo le nostre previsioni questa ‘rivoluzione’ avverrà prima del previsto“.

Il costo dei pannelli si ridurrà di un ulteriore 66% al 2040

Sul fronte del fotovoltaico gli analisti sottolineano che dal 2009 il costo dei pannelli si è ridotto di un quarto e prevedono che entro il 2040 scenderà di un altro 66%. Per poter ipotizzare una reale spinta del solare e sostenere che in tempi relativamente brevi il fotovoltaico soppianterà il carbone è evidente che devono compiersi dei decisi passi in avanti nella tecnologia legata all’accumulo, senza la quale non è possibile affrontare la problematica dell’intermittenza delle fonti rinnovabili. Anche su questo fronte il BNEF è ottimista e prevede che verranno investiti a livello globale, nei prossimi 23 anni, almeno 239 miliardi di dollari nelle batterie agli ioni di litio, grazie alle quali sarà possibile sia immagazzinare l’energia per usi domestici sia per caricare le auto elettriche, che vedranno una diffusione sempre maggiore.

Cina e India i mercati più promettenti

Fra i mercati più promettenti gli analisti citano la Cina e l’India che spingeranno sempre più sul fronte della generazione di energia pulita con investimenti che sfioreranno il 40% a livello totale, pari a circa 4 trilioni di dollari. La data spartiacque sarà il 2020, dopo la quale in entrambe i paesi, che tutt’ora stanno installato impianti a carbone, il fotovoltaico inizierà ad essere molto più economico dei combustibili fossili e verrà quindi visto sempre più come una reale alternativa.

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Giù anche i costi dell’eolico

Ma le buone notizie non riguardano solo l’energia solare. Anche sul fronte dell’eolico il BNEF traccia degli scenari incoraggianti. L’eolico onshore, il cui prezzo è sceso del 30% negli ultimi otto anni, secondo gli analisti diminuirà di un altro 47% entro il 2040. Anche il costo delle centrali eoliche offshore, che fino a poco tempo fa era eccessivamente alto per ipotizzarne una diffusione su ampia scala, scenderà del 71%, rendendo le turbine idrauliche molto competitive.

Investimenti nel gas naturale

Grandi investimenti previsti anche per il gas naturale. Il BNEF parla di 804 mld di dollari in tutto il mondo, che ne aumenteranno la capacità produttiva del 16%. Il dato più interessante di questa diffusione è che potrà sostituire i tradizionali combustibili per bilanciare le reti elettriche in caso di intermittenza delle fonti rinnovabili.

Il carbone non è più attraente

Questo exploit avrà una vittima, il carbone. Entro il 2040 il BNEF stima che verranno annullati 369 gigawatt di progetti. Gli analisti non avrebbero potuto non considerare le politiche avviate dall’attuale Presidente degli Usa Donald Trump, intenzionato a stimolare nuovamente il mercato dei combustibili fossili. Ma la loro idea è che la capacità degli impianti a carbone si dimezzerà ugualmente perché alcuni impianti vecchi dovranno essere necessariamente sostituiti con sistemi nuovi meno inquinanti e più economici e non si potrà non guardare alle rinnovabili come le fonti più competitive su questi fronti.

L‘Europa invece non dovrebbe correre molti rischi. Grazie a delle politiche piuttosto chiare orientate alla sostenibilità e al basso impatto ambientale, la capacità delle centrali a carbone dovrebbe diminuire dell’87%.

FOTOVOLTAICO SOPPIANTERA' IL CARBONE

Nel 2040 solare ed eolico copriranno almeno il 34% del fabbisogno energetico

Per tornare alla domanda iniziale- quando il fotovoltaico soppianterà il carbone?- gli analisti prevedono che al 2040 solare ed eolico potrebbero coprire almeno il 34% del fabbisogno energetico a livello mondiale. Se consideriamo che attualmente la percentuale è del 5, ci auguriamo che il BNEF abbia ragione.

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