Impatto ambientale dell'industria petrolifera: il contributo del fotografo canadese Garth Lenz nella lotta all'inquinamento
Inquinamento

Impatto ambientale dell’industria petrolifera: il contributo del fotografo canadese Garth Lenz

Garth Lenz è, per prima cosa, un fenomenale fotografo. Interessato sin dagli inizi della sua carriera ai paesaggi, con la macchina fotografica cerca di immortalare i contrasti fra natura e intervento dell’uomo su di essa. Col suo stile particolare, cogliendo spesso i paesaggi dall’alto, è riuscito a mettere in evidenza l’impatto ambientale dell’industria petrolifera canadese. Culmine del suo lavoro è il documentario fotografico The true cost of oil, in cui spiega la situazione attuale del suo Paese e i rischi che corre, affiancando il tutto con una serie di foto molto suggestive.

La foresta boreale canadese un patrimonio di biodiversità

Nelle parole di Garth Lenz si legge un grande amore per il proprio Paese e per la natura incontaminata che lo arricchisce. La foresta boreale canadese, situata nella regione del Labrador, è il cuore di questo immenso Stato, dominato per la maggior parte della sua superficie da boschi, laghi e fiumi. Vivono all’interno della foresta boreale migliaia di specie animali diverse, fra cui la più grande mandria di caribù selvatici e circa il 50% dei volatili presenti nel Nord America. La fortuna di questa enorme area è data dalla presenza di luoghi umidi, ecosistemi che forniscono un habitat naturale a tutte queste specie.

Le popolazioni indigene della foresta boreale candese

Ma non parliamo solo di specie animali. Infatti, nella zona boreale canadese vive attualmente anche un’enorme varietà di popolazioni indigene, portavoce di una cultura tramandata oralmente e rimasta inalterata per migliaia di anni. Lo spazio sterminato in cui possono muoversi queste tribù, ne ha favorito l’isolamento e ha fatto sì che si mantenessero intatte le tradizioni, le lingue, le canzoni e le danze originali.

L’impatto ambientale dell’industria petrolifera sta mettendo a rischio questo paradiso

La contraddizione maggiore di questa sconfinata regione, come ci fa notare Garth Lenz, è dovuta alla presenza al suo interno di quantità gigantesche di petrolio, le maggiori di tutto il Continente Americano. Lo sfruttamento dell’oro nero, infatti, porta con sé una serie lunghissima di conseguenze negative per l’ecosistema nel quale le miniere di estrazione vengono posizionate. Solo le riserve di petrolio dell’Arabia Saudita sono superiori e alle sabbie bituminose dell’Alberta, delle enormi riserve di bitume simile al catrame presenti nel sottosuolo canadese. L’impatto ambientale dell’industria petrolifera, che passa attraverso l’estrazione del bitume, all’interno di un ecosistema pressoché incontaminato, sta creando una devastazione mai vista prima.

In continuo aumento il numero di miniere di estrazione

Attualmente sono 10 le miniere di sabbie bituminose nella foresta boreale canadese. Si tratta solo di una parte del complesso che si sta ampliando e raggiungerà nei prossimi anni le 40 o 50 unità, ognuna delle quali è grande come l’area metropolitana di una città di medie dimensioni. Il petrolio che si ottiene in quest’area è considerato il più sporco del mondo e produce più emissioni di gas serra di qualsiasi altro. In più, per essere estratto, richiede l’impiego di moltissima acqua pompata all’interno di bacini di decantazione in cui il petrolio si separa dalla stessa e si deposita sul fondo. Si tratta, naturalmente, di acque ad altissimo tasso di inquinamento e tossicità, ricavate dai fiumi e laghi canadesi. Il tutto avviene nei pressi degli stessi corsi d’acqua, come nel caso del fiume Athabasca.

Conseguenze dell’estrazione petrolifera per le comunità aborigene

Attorno ai fiumi vivono comunità aborigene da ben prima che le miniere venissero costruite. Se molti anni fa queste zone potevano essere definite incontaminate, ora non lo sono più e anzi, sono state rilevate molte tossine cancerogene nella catena alimentare. In particolar modo nel pesce si concentrano i quantitativi maggiori di sostanze dannose ma le popolazioni locali non possono permettersi di smettere di pescare, devono farlo per sopravvivere, per quanto rischioso per la salute possa essere.

Un’altra minaccia per l’ecosistema arriva dalla costruzione di gasdotti

L’ impatto ambientale dell’industria petrolifera passa anche attraverso la realizzazione di gasdotti. Il governo canadese ne sta progettando di nuovi per agevolare il passaggio dell’oro nero verso gli Stai Uniti. Ma le autostrade del petrolio hanno bisogno di spazio e ciò che si para davanti al loro corso deve essere abbattuto o distrutto. Parliamo in particolare di foreste ma pensiamo anche al rischio potenziale per i fiumi derivante dal trasporto del petrolio su apposite imbarcazioni, in caso di incidente.

La situazione canadese fra luci e ombre

Con l’elezione a Primo Ministro del Canada di Justin Trudeau le cose potrebbero cambiare: il nuovo leader ha, infatti, dimostrato da subito un forte interesse per le cause ecologiste e per i problemi dell’ambiente. Il Paese sta cercando di cambiare rotta, abbandonando le tradizionali fonti energetiche per percorrere la strada delle rinnovabili. La svolta è necessaria come è necessario preservare le foreste che rappresentano la migliore difesa possibile contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.