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Urbanistica

Infrastrutture urbane, come progettarle a misura d’uomo

Non servono grandi opere ingegneristiche per riprogettare le strade delle nostre città al fine di renderle più sicure e maggiormente adatte ai bisogni degli abitanti. Bastano un po’ di fantasia e creatività e soprattutto la volontà di ‘guardare’ all’infrastruttura urbana con l’occhio di chi deve utilizzarla. È questo in sintesi il concetto alla base di una Guida, intitolata Global Street Design Guide, pubblicata di recente dalla National Association of City Transportation Officials (NACTO) in collaborazione con la Global Designing Cities Initiative.

Città più vivibili a partire dalle infrastrutture urbane

Le città di tutto il mondo stanno subendo una grande evoluzione, che continuerà anche nei prossimi anni, visti i dati ormai noti dell’urbanizzazione crescente. Per adattarsi a tutti questi cambiamenti e per farlo in modo intelligente, promuovendo i valori di sostenibilità ambientale, sicurezza e qualità della vita, i centri urbani necessitano di qualche restyling. La Guida si sofferma sulle strade e su come, con pochissimi accorgimenti, queste possano essere progettate o ri-progettate ai fini di una maggiore vivibilità.

Progetti già testati

La cosa interessante di questa pubblicazione è che non si tratta di un trattato teorico ma di una summa di esperienze reali.

“Questa guida è tratta dalla vita e da alcuni progetti reali che stanno trasformando le strade da Auckland a San Paolo a Addis Abeba”, ha riferito Janette Sadik-Khan, presidente di NACTO. “I progetti sono stati testati e possono essere adattati alle strade delle città in tutto il mondo. Non è più una questione di ingegneria o di innovazione, ma di immaginazione e di attenzione, cose di cui abbiamo bisogno per aggiornare le strade delle nostre città del futuro”.

Abolire la visione ‘auto-centrica’

Partendo dall’idea che le città sono luoghi per le persone, la Guida sposta i tradizionali parametri della progettazione delle strade urbane da una visione ‘auto-centrica’ a una dove al centro viene messo il cittadino. L’attenzione è quindi rivolta alla sicurezza, accessibilità, mobilità per tutti, qualità ambientale, salute, valorizzazione dell’ambiente e qualità della vita.

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Rimettere al centro i bisogni dell’uomo

Creato grazie all’esperienza di 72 città in 42 paesi, il manuale presenta 21 tipologie di strade e 50 proposte di trasformazione. Con oltre 40 casi di studio, la guida mostra come le piazze possano essere ridisegnate ponendo una maggiore attenzione ai bisogni dell’uomo, come le carreggiate e le corsie andrebbero riviste per garantire più sicurezza, come gestire pensiline e aree di attesa dei mezzi pubblici, e molto altro ancora.

“Per più di un secolo, la vita di strada è stata tutto ciò che riusciva in qualche modo a sopravvivere tra le fessure della pavimentazione, l’unica vitalità possibile tra asfalto e traffico”, ha commentato il noto architetto e urbanista Jan Gehl. “La Global Street Design Guide parte invece da un principio opposto, che non vedo l’ora si realizzi, perché le strade devono essere vive e vissute al meglio dagli abitanti delle città“.

Come progettare le fermate degli autobus

Gli esempi riportati nella Guida sono davvero tanti e abbracciano tutte le tipologie che possono essere ricondotte all’infrastruttura stradale. Ci soffermiamo sulle proposte dedicate alle fermate degli autobus, soltanto perché sono esemplificative dell’approccio con cui il documento è stato scritto, quello della semplicità e della fattibilità degli interventi e di come spesso basti guardare le cose in modo diverso per migliorarle.

Fermate sui marciapiedi

I progetti in questo caso sono tre. Il primo riguarda le fermate degli autobus realizzate sui marciapiedi, che sono probabilmente la tipologia più diffusa per via dei loro costi ridotti e della facilità di realizzazione.

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È un intervento inoltre semplice da replicare sia nelle strade più piccole che in quelle più grandi, dove il traffico è misto e le corsie riservate ai bus e quelle riservate alle auto non sono necessariamente separate da barriere. Partendo dal presupposto che sui marciapiedi troppo stretti le fermate non dovrebbero essere realizzate, NACTO sostiene che per evitare che le auto invadano la corsia degli autobus o che sostino, come spesso accade, nelle aree delle fermate, sarebbe utile utilizzare una segnaletica dai colori sgargianti. È vero che attualmente le strisce del bus sono evidenziate ma bisognerebbe calcare un po’ la mano rendendole più che visibili.

Corsie preferenziali

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In molte città di tutto il mondo è diventato usuale vedere le corsie riservate agli autobus poste al centro delle grandi strade. Un’idea, secondo la NACTO, che è assolutamente vincente e che dovrebbe essere replicata ovunque possibile. Le ragioni di questo plauso sono diverse: i trasporti urbani possono andare molto più spediti e quindi garantire un servizio efficiente, ai passeggeri viene garantita più sicurezza in un’area che di fatto è riservata e infine le strade appaiono molto più ordinate visivamente.  Chiaramente sarebbe necessario migliorare qualche aspetto. La Guida si sofferma sulla necessità di segnalare meglio, ad esempio, le fermate, che andrebbero poi dotate di maggiori comfort: sedili, ringhiere di protezione e aree coperte per ripararsi in caso di pioggia o forte vento.

Terminal su strada

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Nei cosiddetti terminal, ovvero le aree dove gli autobus iniziano o terminano una corsa, generalmente ci sono moltissime persone in attesa. E questo flusso raramente è ben gestito. Ecco i consigli della NACTO: innanzitutto le aree di sosta dovrebbero prevedere cartelli informativi che riassumano orari e soprattutto percorsi delle linee ferroviarie, di modo che i passeggeri possano scegliere eventualmente di incamminarsi e salire sul bus alla fermata successiva. Informazioni che dovrebbero essere scritte anche in braille, per essere comprensibile anche ai non vedenti. Queste aree di sosta andrebbero infine attrezzate più delle altre e pensate in punti dove il traffico pedonale non è particolarmente eccessivo, come ad esempio davanti a negozi.