L'innalzamento del livello dei mari (foto: www.meteoweb.eu)
Cambiamento climatico

Innalzamento dei mari: entro fine secolo un metro in più

UN METRO A FINE SECOLO. Il livello del mare si sta alzando ad un ritmo sempre più pressante: stando ai dati satellitari elaborati dai ricercatori della Nasa, dal 1992 ad oggi il mare sarebbe salito mediamente di 8 centimetri, andando così a minacciare fortemente tutti i centri abitati costieri del pianeta. E se l’innalzamento degli ultimi decenni non ha avuto concrete ripercussioni sulla vita quotidiana dell’uomo, la stessa cosa non si può dire per il futuro: entro la fine del secolo, infatti, il livello del mare potrebbe salire fino ad un metro, andando così ad allagare le abitazioni di ben 150 milioni di persone.

SINGAPORE, TOKYO, MIAMI. In serio pericolo sono quindi tutte le città situate nelle zone costiere ‘basse’. L’allarme, dunque, interessa per lo più paesi asiatici e poveri come il Bangladesh, ma anche metropoli come Singapore e Tokyo. Nemmeno l’Occidente, però, potrebbe passare indenne questa emergenza, con intere città come Miami che potrebbero essere completamente allagate dall’innalzarsi delle maree.

SEMPRE PIÙ VELOCE. I ricercatori della Nasa non hanno peraltro dubbi: negli ultimi 50 anni la velocità di innalzamento delle acque marine è aumentata, e lo stesso accadrà nei prossimi decenni. C’è però da precisare che l’aumento non è uniforme: ci sono infatti aree in cui l’innalzamento verificatosi negli ultimi 23 anni è stato di ben 25 centimetri, mentre altre zone, come la costa occidentale degli Stati Uniti, hanno visto al contrario un sensibile abbassamento del livello del mare. Questo abbassamento fittizio, però, non deve far sperare in bene, essendo dovuto essenzialmente a delle correnti oceaniche e ai cicli naturali come l’Oscillazione pacifica decadale, fenomeno che a tutti gli effetti sta solo ritardando l’inevitabile aumento del livello del mare.

LO SCIOGLIMENTO DELLE CALOTTE. Come è noto le prime cause dell’innalzamento del livello del mare sono l’espansione degli oceani meno miti, il progressivo scioglimento delle calotte polari e la decennale fusione dei ghiacciai. Per dare dei numeri, basti pensare che negli ultimi 10 anni l’Antartide ha perso mediamente 118 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno, cifra quasi triplicata dalla calotta groenlandese, che ha attestato una perdita annua di ben 303 miliardi di tonnellate di ghiaccio.