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Innovazione scientifica in edilizia: alghe per isolare gli edifici

Il nome scientifico potrebbe non dirvi molto, ma la “Posidonia oceanica” altro non è che la specie di alga più diffusa nel mar Mediterraneo e in quello australiano. Nota anche con l’appellativo ‘Erba di Nettuno’ questa alga è una componente fondamentale dell’ecosistema marino ed è considerata un buon bioindicatore della salute del mare. La Posidonia ha caratteristiche simili alle piante terrestri, è dotata di radici, che esercitano un’azione di protezione della linea di costa dall’erosione, di un fusto rizomatoso e di foglie nastriformi lunghe fino a un metro e unite in ciuffi, all’interno dei quali vivono diversi organismi animali e vegetali che vi trovano nutrimento.

L’alga fiorisce in autunno e in primavera producendo dei frutti galleggianti simili a delle balle di paglia, chiamati anche “olive di mare” che, spinti dalle onde marine, spesso si arenano a riva, provocando non poco fastidio a chi passeggia in spiaggia.

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Innovazione scientifica in edilizia: dalle alghe isolanti per edifici

Perché non recuperarla destinandola ad altri usi e risolvendo al tempo stesso il problema legato al suo smaltimento? È ciò che ha fatto NeptuTherm, una società tedesca che ha sviluppato un’innovazione scientifica in edilizia partendo dall’idea di recuperare l’alga per farne un materiale isolante.

Materiale isolante atossico e resistente al fuoco

L’idea a dire il vero non è nuova, ci avevano già pensato quattro anni fa un team di scienziati del noto Fraunhofer Institute, ma l’azienda è passata dalla ricerca ai fatti producendo e commercializzando il prodotto utilizzabile per l’isolamento di coperture e pareti di edifici.

L’alga presenta di fatti una serie di proprietà che la rendono un’alternativa interessante e molto più sostenibile rispetto ai materiali isolanti attualmente utilizzati.

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Oltre ad essere particolarmente resistente a muffa e umidità, a differenza di altri materiali isolanti naturali come la canapa, la fibra di legno o la cellulosa, la Posidonia oceanica non necessita di nessun trattamento chimico per aumentarne la resistenza al fuoco e alla decomposizione.

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100% naturale, quindi compostabile

I test condotti sul materiale isolante hanno dimostrato inoltre che è in grado di trattenere una quantità di energia il 20% superiore rispetto a quella del legno o dei suoi derivati, mantenendo l’edificio caldo d’inverno e fresco d’estate.

La preparazione delle alghe per uso isolante richiederebbe inoltre pochissima energia, stimata in un 30% in meno rispetto ai processi con cui si producono blocchi isolanti in vetroresina, lana minerale o polistirolo, con un’impronta di carbonio decisamente contenuta. Essendo poi un materiale 100% naturale ed ecosostenibile, una volta giunto a fine vita può essere facilmente smaltito perché è compostabile.

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Le alghe fungono da tamponi che assorbono l’umidità

L’innovazione scientifica in edilizia proposta da NeptuTherm è davvero interessante. Il processo produttivo prevede la realizzazione di agglomerati di alga composti da fibre che vengono compattate in un materiale unico. Il composto viene poi soffiato nelle cavità murarie andandole a riempire. Ma come agisce la Posidona, una volta inserita all’interno di muri o coperture? Le fibre delle alghe si comportano come una sorta di tampone, assorbendo il vapore acqueo per poi rilasciarlo senza perdere la propria capacità di isolare gli ambienti interni.

Come eliminare i granelli di sabbia?

Passare dalle piccole sfere di Posidonia al materiale isolante utile all’industria delle costruzioni non è ad ogni modo un processo semplice.  Uno dei punti critici dell’innovazione scientifica in edilizia è quello di rimuovere i granelli di sabbia che, particolarmente insidiosi, finiscono per incastrarsi tra le fibre secche delle alghe. Il processo di pulizia di NeptuTherm non è stato reso noto ma possiamo dedurre che sia stato applicato lo stesso principio adottato dai ricercatori del Fraunhofer che, anni fa, avevano rivelato che l’unico modo per riuscire a ottenere le fibre più lunghe possibile e prive di sabbia fosse quello di scuotere le palline di Posidonia, chiaramente attraverso un meccanismo automatizzato.