Ivory Crush
Italia

Al Circo Massimo il primo Ivory Crush italiano

Ivory Crush a Roma

Un’azione dall’alto contenuto simbolico, ma allo stesso tempo molto concreta: è il primo ‘Ivory Crush‘ del nostro paese, e si terrà questa sera a Roma. Proprio così: alle 17 in punto, al Circo Massimo, lo stato italiano distruggerà pubblicamente l’avorio confiscato negli ultimi anni. È la prima volta che una manifestazione del genere si tiene in Italia, ma la lista dei paesi che hanno voluto celebrare questa cerimonia simbolica sono già molti: si parte dagli Stati Uniti, che hanno già fatto ben due Ivory Crush, e poi ci sono Cina, Emirati Arabi, Zambia, Chad, Hong Kong, Repubblica del Congo, Mozambico, Belgio, Francia, Etiopia, Gabon, Filippine e Kenya, dove si sono tenuti ben 4 Ivory Crush. In alcune delle città più importanti del mondo si è dunque già lanciato un messaggio dirompente contro i bracconieri che, come abbiamo visto, molte volte sono collegati con reti criminali internazionali. Ora è il nostro turno.

La guerra dell’avorio

L’avorio è uno dei più grandi casus belli del nostro mondo: basti pensare che all’inizio del 1800 nella sola Africa vivevano circa 25 milioni di elefanti. Un secolo dopo, all’alba del 1900, la cifra era scesa a soli 5 milioni. Oggi la situazione è ben oltre il livello di allerta: si stima infatti che nel continente africano rimangano solamente 350 mila elefanti, un mero ricordo della popolazione di pachidermi di qualche secolo prima. E l’esistenza di questo ristretto numero di elefanti è appesa ad un filo molto sottile, poiché ogni anno ne vengono uccisi circa 350 mila, proprio per l’avorio delle loro zanne. È aritmetica spicciola: con questo tasso di uccisione da parte dei bracconieri, tra dieci anni verrà assassinato l’ultimo elefante. Ma la guerra dell’avorio non miete vittime unicamente tra i pachidermi: il numero di persone uccise negli scontri tra cacciatori di frodo e forze dell’ordine è infatti in continuo aumento. Oltre a ciò, il bracconaggio e il mercato nero dell’avorio vanno ad alimentare un giro di affari sommerso e altamente pericoloso, che si estende al riciclaggio di denaro sporco e alla compra-vendita di armi da fuoco. I proventi della vendita dell’avorio finiscono così per essere bottino di veri e propri gruppi criminali e terroristici, milizie ribelli e trafficanti di esseri umani.

La distruzione dell’avorio italiano

Da tutto questo nascono le cerimonie pubbliche dell’Ivory Crush. E nell‘appuntamento di stasera, a Roma, l’avorio confiscato incontrerà l’Unità Cingolata per Frantumazione Primaria, un potentissimo schiacciasassi gentilmente messo a disposizione da una ditta industriale bergamasca. Con la frantumazione di questo avorio, voluta dal ministero dell’Ambiente e dalla Ong Elephant Action League, l’Italia vuole confermare ancora una volta e platealmente che il traffico di avorio non verrà più tollerato in nessun modo.