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Eolico

Kite Energy: il futuro dell’eolico è negli aquiloni

L’eolico può fare molto più di quello che sta facendo adesso: la seconda fonte di energia rinnovabile dopo il sole, ovvero il vento, può infatti essere sfruttata in modo ancora più intelligente e produttivo di quanto avviene con le odierne pale eoliche. Ed è divertente pensare che al centro di queste nuove tecnologie che possono rivoluzionare il mondo dell’energia eolica c’è uno dei giocattoli più semplici e più amati dei bambini, ovvero l’aquilone, in inglese kite: la Kite Energy punta infatti a generare una maggiore quantità energia elettrica attraverso l’impiego di strutture più economiche.

Kite Energy, per andare più in alto

Il concetto alla base di questa nuova tecnologia è quello di raggiungere i venti più forti, i quali, come sappiamo, sono i più distanti dal suolo. I classici impianti eolici non permettono ovviamente di farlo: per quanto possano essere alte le torri che sostengono le pale, non si potranno mai raggiungere altitudini realmente significative. Ma come fare, dunque, per sfruttare la potenza del vento a 700, 800, persino 1000 metri dal suolo? Semplice: con degli aquiloni. Loro possono infatti raggiungere altezze di tutto rispetto, così da volare tra venti forti e costanti. Ovviamente il loro volo non viene affidato al caso: negli impianti di Kite Energy queste enormi ali sono dotate di sensori che permettono di guidare il loro movimento attraverso un’unità di controllo automatico. L’elettricità, invece, viene generata a terra, convertendo le forze di trazione generate dall’aquilone in mezzo al vento, usando meccanismi rotanti e generatori elettrici.

Più efficienti e meno costosi

Rispetto ai classici impianti eolici, quelli realizzati seguendo le idee della Kite Energy prevedono un impegno minore in termini di costruzione, di prezzi e di occupazione del suolo. Le torri eoliche sono infatti costituite non solo dalle pale rotanti, ma anche da una struttura di elevazione molto costosa e soprattutto pesante. Questi ‘aquiloni’, dunque, possono essere visti come degli impianti eolici leggerissimi e mobili, nei quali al posto delle torri ci sono solamente delle corde. Se messi in azione in luoghi ottimali, si stima che questi nuovi sistemi eolici possano avere una capacità superiore del 35% rispetto agli impianti standard.

Kite Power Solutions

Come anticipato, non sono poche le compagnie che stanno sviluppando degli innovativi sistemi di Kite Energy. Tra i più interessanti c’è il progetto di Kite Power Solutions, che punta ad aprire il primo impianto di Kite Energy del Regno Unito nel marzo del 2017 (precisamente a Stranraer, in Scozia). L’azienda è convinta che la propria tecnologia possa abbassare il costo dell’energia eolica, e non di poco: il prezzo degli impianti sarà infatti abbastanza basso da permettere ai paesi in via di sviluppo di allontanarsi una volta per tutte dalle fonti inquinanti, come il petrolio e il carbone. Il loro modello prevede l’utilizzo di due enormi aquiloni, entrambi con una superficie di 70 metri quadrati, i quali sono installati sui due lati di una turbina. Quando uno dei due aquiloni si alza con il vento, la sua corda aziona la turbina, la quale a sua volta genera energia elettrica. Nel momento in cui il primo aquilone scende, inizia ad alzarsi l’altro, in un meccanismo a tandem che garantisce una buona costanza nella generazione di energia.

Un eolico a basso costo

Questo sistema, secondo David Ainsworth di Kite Power Solutions, permetterebbe dunque un’adozione completa da parte dei governi dell’energia eolica. È una questione di matematica: si stima che il costo dell’energia eolica, nel 2022, si attesterà a 10 centesimi ogni kWh; attualmente, però, il costo medio dell’energia elettrica è di 5,5 centesimi. Questo significa che i governi, per ridurre le emissioni di anidride carbonica, sarebbero costretti a finanziare con dei sussidi la produzione di energia rinnovabile. A differenza dell’energia prodotta dai normali impianti eolici, però, il costo dell’energia generata dalle soluzioni Kite si aggirerebbe intorno ai 5 centesimi per kWh, così da dispensare i governi dai sussidi.

Gli altri progetti

La Kite Power Solutions, come detto, non è però l’unica società che sta puntando allo sviluppo di questo tipo di tecnologia. Come ha infatti sottolineato Bill Hampton, CEO dell’azienda, «se noi fossimo le uniche persona ad occuparci di questa tecnica, sarei veramente preoccupato». Tra le altre compagnie che stanno sviluppando degli impianti di Kite Energy c’è per esempio Makani, una realtà appoggiata da Google: in questo caso non si parla più di veri e propri aquiloni, ma di ali high tech munite di pale giranti, in modo da innalzarsi nel cielo e solo lì, una volta raggiunta l’altezza desiderata, iniziare a volteggiare nel vento, così da produrre l’energia che viene trasferita al suolo. Altri progetti interessanti sono poi quelli della Altaeros Energies, che punta sull’utilizzo di una mongolfiera d’elio per portare ad altezze ragguardevoli una turbina, o della compagnia Minesto, la quale ha deciso di utilizzare la tecnologia dei kite sott’acqua, per sfruttare l’energia delle correnti marine.