mangiare gli insetti
Green economy

Perché dobbiamo iniziare a mangiare gli insetti?

Gli insetti sfameranno la popolazione mondiale del futuro

Entomofagia, ovvero il consumo alimentare degli insetti da parte dell’uomo. No, non dite «che schifo»: l’uomo ha sempre mangiato insetti, e molte popolazioni dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina lo fanno comunemente anche oggi. In tutto, si stima che gli insetti integrino la dieta di circa 2 miliardi di persone in tutto il mondo. Ma allora perché – visto che si è sempre fatto – proprio in questi ultimi anni si è parlato così tanto di mangiare gli insetti? Molto semplice: sulla Terra, nel 2050, vivranno circa 9 miliardi di persone. Ma il nostro pianeta non si allargherà, e nemmeno le risorse naturali aumenteranno, anzi. Per questo motivo anche le Nazioni Unite hanno iniziato a domandarsi in che modo garantire il nutrimento a questa enorme popolazione futura: la risposta, per tutte le ragioni che andiamo a scoprire insieme, è quella di mangiare gli insetti.

Lo studio della FAO: Edible Insects

Quella di mangiare gli insetti non è solo una fantasia di qualche chef eccentrico: si stanno infatti conducendo moltissimi studi intorno alla possibilità di far rientrare gli insetti nell’alimentazione standard del bestiame e anche in quella umana. La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, non ha per esempio preso questa ipotesi alla leggera, e studia questa possibilità fin dal 2003: nel suo programma ‘Edible Insects‘ ha infatti preso in considerazione tutte le potenzialità di una dieta integrata con gli insetti.

Mangiare gli insetti è meglio che mangiare maiali

Per capire il perché si vuole iniziare a mangiare gli insetti bisogna però avere ben chiaro in mente il quadro attuale. La FAO spiega infatti che per ogni chilo di pollo sono stati impiegati 2,5 chili di cibo, cifra che sale a 5 chilogrammi nel caso del maiale e persino a 10 nel caso del manzo. Allevare degli insetti sarebbe, da questo punto di vista, enormemente conveniente: un chilogrammo di grilli vivi, per esempio, costa solo 1,7 kg di cibo. E non è tutto: laddove l’80% del peso di un grillo è edibile, la percentuale si abbassa al 55% nel caso dei polli e dei maiali, e al 40% nel caso dei bovini. Tutto questo significa dunque che – quanto a resa alimentare – i grilli sono efficienti il doppio dei polli, quattro volte di più dei maiali e dodici volte – dodici! – più dei bovini. Tutto questo quando, come sappiamo, l‘allevamento del bestiame è responsabile del 18% delle emissioni di gas serra, praticamente quanto il settore dei trasporti.

I vantaggi dell’entomofagia

Dunque, perché mangiare gli insetti? I vantaggi sono molteplici. Gli insetti possono essere allevati e dunque nutriti con rifiuti organici, i quali vengono automaticamente convertiti in proteine di alta qualità, utilizzabili a loro volta per l’alimentazione degli animali. Allevare degli insetti, poi, significa utilizzare molto meno terreno, allontanando così lo spettro di nuove e drammatiche operazioni di deforestazione. Ma non sarebbe solamente l’ambiente a guadagnarci: le proteine degli insetti sono del tutto simili a quelle della carne e del pesce. Oltre a questo, sono ricchi di acidi grassi, di fibre, di fosforo, di rame, di selenio, di ferro, di magnesio, di manganese e di zinco, e presentano un rischio basso per quanto riguarda la trasmissione di malattie come quella della mucca pazza o l’influenza aviaria.

Quali specie si mangiano

Certo, dire ‘mangiare gli insetti’ è un po’ generico: l’uomo, come detto, ne consuma circa 1.900 specie diverse, una stima che però cresce di ricerca in ricerca. Alcune specie, però, vengono mangiate con più frequenza da più popolazioni: per farsi un’idea, secondo la FAO gli insetti più mangiati in assoluto sono i Coleotteri (31%), seguiti dai Lepidotteri (18%) e dagli Imenotteri (ovvero api, vespe e formiche, al 14%). Seguono altri insetti come gli Ortotteri (quindi grilli, locuste e cavallette, 13%), gli Emitteri (cicale e cocciniglie, 10%), gli Isotteri (3%) , gli Odonati (3%) e i Ditteri (ovvero le mosche, 2%). Insomma: ce ne sono per tutti i gusti.

Al via la produzione

Gli studi della FAO sugli insetti edibili hanno ovviamente incentivato le sperimentazioni anche a livello privato e imprenditoriale: due studenti statunitensi della Brown University, per esempio, hanno lanciato una raccolta di crowfunding su Kickstarter, per dare il via alla produzione di barrette a base di proteine di insetti. Inutile dire che la loro raccolta fondi ha raggiunto l’obiettivo di 20.000 dollari in meno di tre giorni. Ad oggi la Exo – questo il nome della società lanciata dai due giovani – è un’azienda milionaria in continua crescita. Ognuna delle sue barrette proteiche contiene circa 80 grilli, e vengono vendute soprattutto online. E la loro non è l’unica compagnia che ha iniziato la produzione e la commercializzazione di alimenti a base di insetti: progetti molto simili sono nati praticamente ovunque. Quindi, non ci resta che prepararci a mangiare insetti: chissà che buoni.