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Trasporto condiviso

Metrovia, la rivoluzione soft del trasporto romano

Scioperi dei mezzi pubblici, malfunizonamento del trasporto metroplitano, congestione dei servizi di superficie, fiume Tevere non navigabile, anello ferroviario metropolitano sotto impiegato e assenza di servizi per ciclabili. Sono soltanto alcuni dei mali che da anni ormai affliggono la città di Roma e che non lasciano troppe speranze in miglioramenti o aggiustamenti. Ancor prima che una situazione politica è una questione cittadina. La sensazione almeno è quella che se ogni cittadino provasse a fare qualcosa in più (condividere tratte in automobile, camminare piuttosto che usare mezzi a motore per piccoli tragitti e via dicendo) e al tempo stesso si rafforzassero le infrastrutture che già esistono qualcosa potrebbe cambiare e anche abbastanza velocemente. Una soluzione in questo senso la offre un progetto che si chiama Metrovia.

Metrovia, cambiare Roma con dei servizi che già esistono

Non si scava. Questo è poco ma sicuro ed è la chiave di Metrovia. Roma si sa ha avuto un passato più che glorioso e inevitabilmente ogni volta che si scava in centro per la realizzazione di un’opera pubblica salta fuori qualche reperto archeologico che inevitabilmente (e giustamente) rallenta i lavori.  L’idea che caratterizza Metrovia è un’altra, semplice e realizzabile: convertire e riutilizzare le infrastrutture delle ferrovie regionali che già esistono e che già attraversano Roma.

Un sistema di trasporto pubblico efficiente e capillare

In questo modo, si potrà creare un sistema davvero efficiente e integrato fra le tre metropolitane esistenti e 6 nuove linee di superficie, metropolitane nate sul tracciato delle tratte urbane delle ferrovie regionali. Gli ideatori del progetto lo hanno chiamato Metrovia dalla crasi tra il termine metropolitana e ferrovia per sottolineare l’integrazione concettuale e concreta tra i due servizi, sotterraneo e di superficie.

Ma non esiste già?

La domanda è pertinente, ma la risposta è negativa. Metrovia è un sistema integrato di 9 linee di metropolitana cui si aggiunge una ferrovia urbana circolare, la Circle Line. È cosa ben diversa dalla situazione attuale, in cui 3 linee di metropolitane sotterranee e 6 tracciati ferroviari urbani coesistono senza mai toccarsi se non in rarissime occasioni. Metrovia rappresenta una potenziale rivoluzione della mobilità urbana capitolina ed è a oggi l’idea di più facile attuazione, a fronte di progetti che prevedono al costruzione di funivie o il proseguo dei lavori della metro C che per costruire la restante metà si apprestano a bloccare per i prossimi anni un cospicuo pezzo di Roma.

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Chi c’è dietro Metrovia?

Sul sito di Metrovia, nella sezione dedicata alle Faq, è possibile leggere sin da subito che dietro all’idea di Metrovia non si celano gruppi politici o di industriali, ma che il progetto è figlio di un gruppo di professionisti interessati a proporre, fattivamente, un cambiamento della mobilità romana. Per sua natura Metrovia è dunque un progetto aperto al contributo dei cittadini. L’obiettivo è di creare un movimento di pressione perché i soggetti decisori prendano in considerazione il progetto Metrovia.

Cosa serve per rendere operativa Metrovia?

Sono tre i punti nodali. Analizziamoli tutti e tre nel dettaglio per meglio comprendere i passaggi fondamentali del progetto.

Trasformare le tratte regionali in linee indipendenti

Sui binari delle ferrovie che attraversano la città corrono oggi quattro tipi di treni: l’Alta Velocità; i treni nazionali; i treni merci; i treni regionali. Per creare la Metrovia occorre innanzitutto liberare il tratto urbano dei binari dal transito regionale per fare posto alle metropolitane di superficie. Occorre creare linee completamente indipendenti, senza più incroci con il restante traffico ferroviario. Linee che si sviluppano sullo stesso sedime delle tratte ferroviarie regionali ma che hanno le caratteristiche tipiche della rete metropolitana.

Moltiplicare le interconnessioni tra linee di superficie e linee sotterranee

Per costruire un sistema integrato occorre lavorare sulle interconnessioni. Questo vuol dire moltiplicare i nodi di scambio fra le tre metropolitane esistenti e le nuove linee della Metrovia di superficie. Oggi gli unici snodi treno-metropolitana che funzionano davvero sono pochissimi, si contano sulle dita di una mano e non sono neanche soddisfacenti. Nel progetto Metrovia, gli snodi tra le linee vengono quadruplicati. Da 5 a 21. In particolare, oltre a quelli che emergono naturalmente dagli incroci fra le linee, verrebbero realizzati due nodi di scambio strategici e di semplice attuazione.

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Un vantaggioso rapporto costi/benefici

L’idea del gruppo di lavoro che ha pensato a Metrovia rivoluzionerebbe la mobilità romana, ma al tempo stesso lo farebbe con un impatto paragonabile agli sforzi e agli esborsi necessari per realizzare non sei, ma una sola linea metropolitana sotterranea. La Metrovia presenta un ulteriore vantaggio: nel programmare gli investimenti si può adottare un approccio scalare. Non è necessario fare tutto subito. Si può anche decidere di affrontare prima i lavori di adeguamento degli snodi tra trasporto di superficie e sotterraneo. Poi, si possono approcciare le conversioni di due linee, per esempio. Poi le nuove fermate. I costi, e i relativi disagi per la città sarebbero programmabili con esattezza, modulabili e adattabili.

Soltanto a leggerne non viene forse la voglia di fare un tentativo?