Estrazione di gomma da un albero (foto: francosotgiu1.blogspot.com)
Inquinamento

Le piantagioni di gomma naturale mettono in ginocchio le foreste del sud-est asiatico

LA GOMMA NATURALE COME L’OLIO DI PALMA. Si è parlato tanto e giustamente dell’enorme danno causato all’ecosistema dalle piantagioni di olio di palma. Secondo una ricerca delle Università di Sheffield e dell’East Anglia, pubblicata su Conservation Letters, però, c’è un altro problema, che affligge le foreste del sud-est asiatico: la crescente domanda di gomma naturale. Per rispondere alla continua richiesta di questo materiale, si stanno infatti moltiplicando le coltivazioni di gomma, a tutto discapito delle foreste. I maggiori responsabili di questa tragedia ambientale sarebbero le industrie di pneumatici, le quali, senza badare alla sostenibilità del proprio prodotto, mettono a repentaglio il suolo, l’acqua dolce e la biodiversità di ecosistemi unici e fragili.

DA FORESTE A PIANTAGIONI. L’unica soluzione, secondo i ricercatori, sarebbe quella di convincere i produttori di pneumatici ad utilizzare gomma di origine sostenibile, un po’ come si sta provando a fare per quanto riguarda la produzione dell’olio di palma. Come ha siegato Eleanor Warren-Thomas, ricercatrice e principale autore dello studio apparso su Conservation Letters, «l’industria dei pneumatici consuma circa il 70% della gomma naturale coltivata a livello mondiale». Oltre a ciò, «si presume che per soddisfare la domanda di gomma prevista entro il 2024 si dovranno approntare tra i 4,3 e gli 8,5 milioni di ettari di nuove piantagioni», con conseguenti danni altissimi causati alle foreste interessate. Stando allo studio infatti la popolazione di uccelli, pipistrelli e coleotteri calerà fino al 75% nelle foreste convertite in coltivazioni di gomma. Non solo: altre specie, come i macachi e i gibboni, scomparirebbero del tutto. A rendere ancora più drammatica la situazione è il fatto che in alcune delle foreste che probabilmente diventeranno piantagioni di gomma vivono alcune specie animali a rischio, come i cervi di Eld e l’Ibis dalle Spalle Bianche.