La piscicoltura sostenibile e le piantagioni di alghe oceaniche cambieranno il futuro dell'agricoltura e della nostra alimentazione? Qualcuno ci scommette!
Agricoltura

Piscicoltura sostenibile e piantagioni di alghe. Il futuro è negli oceani?

Green Wave, l’onda verde, è un’organizzazione dedicata al ripristino degli oceani, al contenimento del cambiamento climatico attraverso la piscicoltura sostenibile, la coltivazione oceanica delle alghe e l’allevamento di crostacei.  Si tratta di un’operazione di blue-green economy e rappresenta un novità nel panorama internazionale oltre che una grande opportunità di investimento. Tutto, almeno, in potenza.

Cambiare la percezione delle alghe

Parte della missione di GreenWave è quella di cambiare la percezione che la gente ha delle alghe. Spesso queste sono viste come un fastidio, l’equivalente terreno delle erbacce da estirpare sul vialetto di casa, ma in realtà si tratta di elementi essenziali per l’ecosistema oceanico e non solo.
Le alghe crescono a una velocità che nessun’altra pianta ha e nelle condizioni ideali possono arrivare ad aumentare anche 60 centimetri al giorno; in caso di coltivazione è possibile passare dalla semina alla raccolta in appena due settimane. Le alghe sono anche tra i principali assorbenti di carbonio presente nell’atmosfera e da un punto di vista nutrizionale sono ricche di proteine, hanno un basso contenuto di grassi e sono ricche di Omega 3 e vitamina B12.

Verdure di mare nel piatto. È realistico?

Si tratta, secondo Bren Smith il fondatore di Green Wave, di una possibilità realistica ma soprattutto necessaria e ci ricorda che molte culture asiatiche hanno mangiato alghe per secoli. Non è quindi di un’idea nuova, ma un ritorno alla natura che però necessità di un cambiamento culturale che faccia accogliere positivamente le “verdure di mare” nei nostri piatti. La rivoluzione che porterebbe Green Wave sarebbe da cercare nella possibilità di produrre cibo nutriente senza acqua, senza terra, senza fertilizzanti ma col semplice “impiego” di sole e oceano. Questo processo darebbe vita alla forma più sostenibile di produzione alimentare del pianeta e al tempo stesso migliorerebbe anche la qualità dei nostri oceani; non a caso Smith e soci la chiamano anche agricoltura ristoratrice.
Secondo Green Wave con 20 acri… di Oceano , una barca e 20 mila dollari di investimento si può avviare un’attivata di agricoltura oceanica e in un’epoca in cui il settore della pesca versa in gravi acque rischiando il collasso, questa possibile riconversione sembra quasi una manna dal cielo.

La piscicoltura sostenibile e le piantagioni di alghe oceaniche cambieranno il futuro dell'agricoltura e della nostra alimentazione? Qualcuno ci scommette!
La piscicoltura sostenibile e le piantagioni di alghe oceaniche cambieranno il futuro dell’agricoltura e della nostra alimentazione? Qualcuno ci scommette!

Piscicoltura sostenibile e coltivazioni verticali

Immaginate un giardino verticale e sottomarino che possegga sia un lato green sia un lato rivolto alla piscicoltura sostenibile: alghe e mitili crescono su corde galleggianti, impilati sopra ostriche e vongole. Immaginate una fattoria progettato per ripristinare piuttosto che esaurire i nostri oceani.
Diversificando le specie o per dirla in termini non di marketing: con più biodiversità migliora la qualità della produzione che si può stimare in 20 tonnellate di alghe e 500 mila di crostacei per ogni acro all’anno. Inoltre si tratta della produzione alimentare più sostenibile del pianeta con zero agenti esterni come fertilizzanti e pesticidi e il risparmi dio acqua dolce.

La piscicoltura sostenibile e le piantagioni di alghe oceaniche cambieranno il futuro dell'agricoltura e della nostra alimentazione? Qualcuno ci scommette!
La piscicoltura sostenibile e le piantagioni di alghe oceaniche cambieranno il futuro dell’agricoltura e della nostra alimentazione? Qualcuno ci scommette!

Se Washington fosse fatta di alghe…

Un recente studio avrebbe dimostrato che una raccolto di alghe grande come lo stato di Washington sarebbe in grado di provvedere a tutte le esigenze di natura proteica necessarie al corpo umano.
E ancora, secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, una rete di aziende agricole per un’area grande come la metà del Maine potrebbe produrre abbastanza biocarburanti per sostituire tutto l’olio utilizzato oggi nei motori di tutti gli automezzi degli Stati Uniti.

Secondo Mike Shim, un membro del Consiglio di Green Wave siamo davanti a a uno dei modelli di business più rivoluzionari di sempre che permette di produrre denaro e al tempo stesso produce dei ritorno sociali più che positivi. E dichiara che:

Siamo in grado di riunire le migliori menti che vogliono fare agricoltura nel modo giusto: i giovani agricoltori possono realmente permettersi i contratti di locazione a coltivare l’oceano e le stesse persone che fino all’altro giorno lavoravano nel settore industriale generando un’ economia sporca possono trasformarsi in una forza rigenerante per il pianeta.

 

L’agricoltura marina è un’industria che già vale una cifra stimabile tra i 7 e i 10 miliardi di dollari. Le basi per partire ci sono, le occasioni di guadagno secondo il modello presentato da Green Wave non mancherebbero e i risvolti positivi per il mare e la terra sono innumerevoli per non parlare della qualità dei prodotti, dalle piantagioni alla piscicoltura sostenibile che rasenterebbero la perfezione in termini di qualità e di produzione. Che aspettare allora? Nell’Oceano, oltre a pesci e crostacei, sono presenti ben 10 mila specie di alghe commestibili bisogna soltanto trovare la follia, la forza e le capacità imprenditoriali per trasportarle sui piatti nelle cucine di tutto il mondo. Futuro improbabile? Restiamo a guardare.