isola alimentata solo da energie rinnovabili
Eolico

Piscopi, è greca la prima isola alimentata solo da energie rinnovabili

La prima isola alimentata solo da energie rinnovabili è l’antica isola di Tilos, o Piscopi, in Grecia: dal prossimo settembre, il progetto di avere un isola nel Mediterraneo alimentata esclusivamente da fonti green e rinnovabili diventerà realtà.

Piscopi, caratteristiche di un’isola alimentata solo da energie rinnovabili

Piscopi è una piccola isola del Mediterraneo, parte dell’arcipelago del Dodecanneso, situata tra le isole di Kos e Rodi e abitata da sole 535 persone. L’isola possiede una straordinaria biodiversità, dato che la quasi totalità della sua superficie è in realtà una riserva naturale, in cui vivono 150 specie di uccelli e 650 tipi diversi di piante.

La reputazione di Piscopi come Isola verde della Grecia dipende dalla straordinaria rete di sorgenti sotterranee che alimentano cinque zone umide dell’isola, ma anche dalle iniziative che negli anni ’90 ha avviato il sindaco ambientalista, Tassos Aliferis, come quella ad esempio di bandire la caccia dall’isola.

Presto l’isola sarà un'”isola verde” non soltanto per la presenza della sua riserva naturale e della diversità della sua flora e fauna ma anche sotto l’aspetto energetico.

A settembre 2017 l’isola si distaccherà dall’energia elettrica derivata dal petrolio. Rompere con la tradizione non è stato semplice. Piscopi è infatti una piccola isoletta del Dodecanneso, posta a pochi chilometri di distanza da Rodi, che può essere raggiunta solo in traghetto, data l’assenza di aeroporti. L’isola è stata possedimento italiano tra il 1912 e il 1943 e si è spopolata nel secondo dopoguerra, quando la maggioranza dei suoi circa 2000 abitanti ha lasciato le sue rive per tentare la fortuna negli Stati Uniti.

Il progetto energetico green di Piscopi

L’sola di Piscopi attualmente riceve il petrolio utile ad alimentare la rete elettrica da un oleodotto sotterraneo, che la collega alla vicina isola di Kos. Non mancano tuttavia cali di potenza e problemi tecnici, dato che il cavo sottomarino è vulnerabile ai guasti.

Grazie alla sua trasformazione energetica, nell’isola sarà istallata una turbina eolica e un piccolo parco fotovoltaico, in grado di generare e immagazzinare energia, per soddisfare le esigenze energetiche dell’esigua popolazione locale.

Per raggiungere il suo obiettivo di isola green, l’isola di Piscopi ha partecipato ad un programma finanziato dalla Commissione Europea. Sono stati quindi stanziati 15 milioni di euro per la diffusione del rinnovabile, con i quali sono stati costruiti una pala eolica e numerosi pannelli fotovoltaici.

L’obiettivo a lungo termine è poi quello di attirare nuovi finanziamenti per avviare un progetto di mobilità sostenibile, fatto di auto e bici elettriche, da ricaricare mediante l’istallazione di stazioni apposite, oltre che di realizzare lampioni per l’illuminazione stradale che funzionino ad energia solare.

Piscopi: dallo sviluppo energetico allo sviluppo turistico e al sostegno ai rifugiati

Con la sua svolta ecologica, il sindaco attuale, Maria Kamma, spera che l’isola di Piscopi abbia un ritorno anche in termini di immagine.

Grazie ai finanziamenti della Commissione Europea, infatti, si è incentivata anche l’attività dell’associazione dei residenti dell’isola, che promuove sia la tutela naturalistica dell’isola che la sua promozione turistica.

L’associazione si occupa infatti di fornire supporto ai circa 13 mila turisti che ogni anno si recano a scoprire le bellezze dell’isola, i suoi sentieri e i migliori itinerari per godere della sua natura incontaminata e per osservare le numerose specie di uccelli che qui trovano residenza.

Il sindaco dell’isola ha poi esteso un invito alle famiglie rifugiate a stabilirsi a Piscopi, organizzando, in collaborazione con l’ONG SolidarityNow e l’UNHCR, sistemazioni per l’alloggio, corsi di lingua, sistemi di tutoraggio per aiutare i richiedenti asilo ad avviare aziende agricole biologiche, in collaborazione con gli abitanti del posto.

L’obiettivo è di far rivivere alcune tradizioni che stavano morendo a causa della diminuzione della popolazione, come fare il formaggio o raccogliere le erbe medicinali, afferma Kamma, Grazie all’integrazione dei rifugiati, possiamo rilanciare l’economia locale ed incoraggiare l’eco-turismo.