riconversione del suolo
Green economy

I vantaggi della riconversione del suolo

Il deterioramento dei terreni dettato da un costante consumo di suolo unito a un’incontrollata cementificazione sta seriamente minacciando gli ecosistemi naturali e alimentari e sta contribuendo a un peggioramento dei cambiamenti climatici. Alla luce dell’inarrestabile fenomeno dell’urbanizzazione che vedrà, stando agli ultimi dati, entro il 2016 una migrazione di 70 milioni di abitanti nei grandi centri urbani, a cui se ne aggiungeranno altri 2,6 miliardi al 2050, diventa sempre più urgente la ricerca di soluzioni per un approccio sostenibile allo sviluppo.

‘Land recycling in Europe’, report AEA

A tracciare un quadro del fenomeno, suggerendo alcune strategie per accogliere l’incremento demografico senza danneggiare l’ambiente è un nuovo report dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), Land recycling in Europe, che punta l’attenzione su come il riutilizzo dei terreni e la riconversione dei siti abbandonati possano essere delle misure fondamentali per proteggere il nostro ecosistema, favorendo al contempo la transizione europea verso un’economia verde e circolare.

Il fenomeno preoccupante del consumo di suolo

Il consumo di suolo è una problematica che affligge gran parte dei paesi europei. Ne avevamo già parlato affrontando la tematica del rischio idrogeologico nel nostro paese, riportando alcuni dati Ispra secondo i quali in Italia si è assistito a un incremento della percentuale del suolo consumato, che è passata dal 2,7% degli anni ’50 al 7% del 2014. A fronte di questi numeri la riconversione del suolo, che vuol dire mettere in atto una serie di operazioni che consentono di attribuire a un sito dismesso una nuova funzione, diventa particolarmente importante.

I dati sulla riconversione del suolo

Dal rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, basato sulle rilevazioni dei satelliti europei Copernico, emerge che la riconversione dei terreni è mediamente aumentata in Europa, ma si attesta ancora a livelli bassi rispetto a quelli necessari. Tra il 1990 ed il 2000 la riconversione del suolo ha rappresentato il 2,23% del consumo totale di terreno nei paesi esaminati. La quota è scesa al 2,10% tra il 2000 ed il 2006 per poi risalire al 2,93% tra il 2006 ed il 2012.

L’Italia è al di sotto la media europea

Non tutti i paesi si comportano allo stesso modo. Se da un lato ci sono paesi come Montenegro e Lussemburgo che tra il 2006 e il 2012 hanno riconvertito rispettivamente il 15,64% e l’11,91% dei loro terreni, dall’altro ci sono le pessime performance di Malta e dell’Albania con una riconversione nulla. Anche l’Italia non ha fatto molto su questo fronte, con percentuali che rimangono complessivamente al di sotto della media europea. Tra il 1990 e il 2000 ha recuperato lo 0,19% del suolo, una percentuale cresciuta fino all’1,03% nel periodo 2000-2006 e all’1,54% tra il 2006 e il 2012. Le percentuali rimangono molto basse ma perlomeno evidenziano un trend in crescita.

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Come possono essere riconvertiti i terreni dismessi?

L’AEA fa il punto sulle misure da adottare per la riconversione dei terreni già sviluppati, suggerendo due diversi approcci. Il primo è quello del Grey land recycling, inteso come riutilizzo del suolo secondo la sua destinazione d’uso esistente o secondo una nuova destinazione d’uso. In questo caso si tratta di riqualificare vecchi edifici residenziali, commerciali o industriali, dando loro una seconda possibilità di vita. Il secondo è il Green land recycling, ovvero il recupero del suolo per la realizzazione di aree verde o spazi pubblici urbani. Quest’ultima strategia è quella su cui lo studio si sofferma maggiormente perché viene considerata come una soluzione che potrebbe contribuire ad innalzare la qualità della vita nei centri urbani e soprattutto a contrastare i cambiamenti climatici, a ridurre l’effetto dell’isola di calore e a rendere le città meno inquinate. È quindi una misura che dovrebbe essere fortemente presa in considerazione per calmierare gli effetti negativi dell’urbanizzazione prevista nei prossimi anni.

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Benefici economici ed ambientali

L’AEA presenta alcune metodologie per misurare la portata e l’impatto della riqualificazione e densificazione dei terreni precedentemente sviluppati, sia con un obiettivo economico diretto, come può essere quello della costruzione di nuove abitazioni o nuovi spazi lavorativi e commerciali, sia  con quello di incidere positivamente sull’ambiente grazie alla creazione di aree verdi o alla bonifica di suolo inquinato e contaminato.

I modelli di riuso vanno valutati in base al ciclo di vita

Il rapporto confronta anche diversi modelli di riciclaggio sulla base di una valutazione del ciclo di vita degli impatti ambientali di sviluppo e dell’utilizzo di una superficie. L’analisi, basata anche su una serie di casi di test e di azioni di monitoraggio, mostra che riutilizzando i terreni in modo efficiente si possono raggiungere risultati migliori rispetto ad esempio all’utilizzo di terreni agricoli nelle aree urbane.

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