Riutilizzo delle armi
Riciclo creativo

Riutilizzo delle armi: le pistole si trasformano in sculture, sedie e pale

Riutilizzo delle armi

Oggi vogliamo parlare di una forma di riuso piuttosto particolare, dalla valenza doppia. Se infatti su queste pagine abbiamo più volte spiegato come il riuso di materiali e prodotti sia uno dei tanti accorgimenti atti a salvare il pianeta dallo spreco, in questo caso l’oggetto del riuso è qualcosa che, in un mondo ideale, non avrebbe nessuna ragione di esistere. Stiamo parlando delle armi: fucili, pistole, mitragliette, tutti oggetti che hanno come scopo ultimo ed essenziale quello di togliere la vita altrui. Ebbene, grazie al riutilizzo, queste armi acquistano il valore – simbolico ma non solo – di ridonare la vita.

Gli esempi del Mozambico e della Cambogia

Gli esempi di riuso delle armi non sono pochi: c’è per esempio la bellissima storia del Nucleo de Arte del Mozambico, formato da giovani artisti che hanno utilizzato Kalashnikov, mine antiuomo, caricatori, proiettili e bazooka per creare delle meravigliose sculture. Tutto iniziò negli anni Novanta, dopo la guerra civile, quando il Consiglio Cristiano del Mozambico lanciò il progetto ‘Trasformare le armi in strumenti di lavoro’: i cittadini che consegnavano le proprie armi, infatti, venivano risarciti con zappe e vanghe. Un gruppo di giovani artisti, alcuni dei quali oggi godono di fama mondiale,chiese al governo di poter utilizzare le armi per creare delle opere d’arte: le autorità acconsentirono, e nel 2002 fu regalata a Giovanni Paolo II una sedia fatta completamente di armi riutilizzate. Un altro esempio viene dalla Cambogia: anche qui, alla fine della guerra, le autorità raccolsero tutte le armi, molte delle quali vennero distrutte in piazza in vere e proprie dimostrazioni pubbliche. Alcune vennero però salvate dai roghi, per essere destinate al progetto Peace Art in Cambogia, alimentato da giovani artisti che hanno trasformato le armi in sculture che hanno fatto il giro del mondo.

Da agente di morte ad agente di vita

Viene però dal Messico il riutilizzo di armi belliche che più ci piace, al quale infatti si somma anche una buona dose di ecologismo. Nel 2008, a Culiacán, una delle città messicane in cui si conta il maggior numero di vittime di armi da fuoco, nasce il progetto Palas pro Pistolas, letteralmente ‘Pale per pistole’. Di fatto, un’enorme campagna di comunicazione ha invitato tutta la popolazione a donare le proprie armi, ricevendo in cambio degli sconti per l’acquisto di elettrodomestici. Le armi, più di 1.527 , sono state raccolte dall’artista messicano Pedro Reyes, il quale le ha trasformate in pale da affidare alle istituzioni e alle scuole per piantare alberi. Le armi sono state dunque raccolte, schiacciate sotto un rullo compressore e portate in fonderia, dove sono state fuse e sagomate come pale. «Lo scopo pedagogico di questo progetto» ha dichiarato Reyes «è dimostrare come un agente di morte può diventare un agente di vita».