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Zattera 2.0 “Rosetta”: proteggiamo l’habitat della tartaruga Caretta Caretta

L’habitat è un luogo le cui caratteristiche favoriscono lo sviluppo di una determinata specie animale e ne garantiscono una certa qualità della vita. Il benessere della specie animale che abita uno specifico habitat è determinato dal mantenimento inalterato di quelle caratteristiche fisiche e abiotiche che hanno permesso la nascita di quella stessa specie.

Parlare di salvaguardia ambientale, tema in cui Green.it trova la sua ragion d’essere, significa sposare anche la causa della salvaguardia animale, essendo due temi imprescindibilmente legati l’un l’altro. Questo è molto chiaro ai lettori di Green.it a cui sarà capitato, anche una volta soltanto, di visitare la pagina del Wwf o cliccare sulle sue inserzioni web.

Il sito del Wwf fornisce una serie di notizie interessanti sullo stato di salute del nostro pianeta e su quello degli animali che lo abitano. Proprio a proposito degli animali, Wwf dedica intere sezioni alla descrizione di specie particolarmente a rischio di estinzione a causa dell’intervento nocivo dell’uomo sui loro habitat. Caretta Caretta, la tartaruga marina più presente al mondo, oggi rappresenta anche una delle specie più a rischio.

Questa tartaruga, chiamata anche “tartaruga marina comune” proprio per la sua diffusione, abita i fondali dell’Oceano Atlantico, Indiano e Pacifico; nuota fra le acque del Mediterraneo e del Mar Nero. Le coste del Sud Italia possono vantare, fra le meravigliose specie che popolano queste acque, anche la tartaruga Caretta Caretta.

Rifiuti abbandonati lungo il litorale ionico

Lungo la costa jonica, la presenza di questo rettile ha addirittura stimolato la nascita di un turismo ad hoc. Il progetto Zattera 2.0 “Rosetta” è diventato realtà proprio a partire dalle costatazioni dei rischi ai quali animali come Caretta Caretta stanno correndo nelle acque Calabresi. Salvatore Condarcuri, ideatore di Zattera 2.0, è un ragazzo calabrese che ha visto con i suoi stessi occhi crescere il degrado attorno ad alcune fra le zone marine più belle d’Italia. Salvatore ci racconta che molte delle spiagge in cui lui stesso trascorreva le calde giornate estive sono colme di rifiuti, in particolar modo di plastica. L’abbandono di plastica nelle spiagge portate in acqua dal vento mattutino o dalle onde marine, oltre ad inquinare i mari, altera l’alimentazione degli animali acquatici che ingeriscono i fili di placton piuttosto tossici per l’organismo.

La pesca è un altro fra i motivi principali per cui Caretta Caretta si sta estinguendo. I pescatori, trascinando le loro reti, accidentalmente bloccano le tartarughe che intrappolate vengono portate in superficie e lasciata morire. Questo meccanismo causa la morte di 40.000 tartarughe ogni anno! Le costruzioni dell’uomo sui litorali inoltre minacciano i posti prescelti da questi animali per depositare le loro uova. Infine, l’inquinamento acustico e anche luminoso, provocati soprattutto dalle imbarcazioni, sono stati a lungo sottovalutati ma hanno anch’essi contribuito a rendere l’habitat di Caretta Caretta non un posto in cui vivere ma da cui fuggire.