Animali

Trentino: parla l’uomo aggredito dall’orso

È successo tutto nel pomeriggio di sabato 22 luglio. Angelo Metlicovec, settantenne di Trento, stava passeggiando nei boschi sopra Terlago, a poca distanza dal capoluogo. Stava percorrendo il sentiero che conduce ai laghi di Lamar in compagnia del suo cane, un cucciolo di 15 mesi regolarmente tenuto al guinzaglio.

Al microfono del quotidiano l’Adige  Metlicovec ha dichiarato di aver sentito un forte rumore alle spalle, come un trotto. Si è girato e ha visto l’orso che correva verso di lui, a non più di 3-4 metri di distanza.  A quel punto l’orso si è alzato sulle zampe posteriori e ha travolto l’uomo, afferrandolo con i denti prima alla gamba sinistra e poi alla destra per trascinarlo verso di sé.

Mentre l’uomo era a terra, l’orso si è avventato su di lui, tentando di azzannarlo al volto. Metlicovec si è difeso con il braccio sinistro, che infatti ha riportato le lesioni maggiori. A quel punto il cane, che per tutto il tempo non si era allontanato dal padrone, ha iniziato ad abbaiare, attirando l’attenzione dell’orso e permettendo all’uomo di sottrarsi all’aggressione scivolando in un dirupo.

Una volta che l’orso si è allontanato, Metlicovec ha chiamato i soccorsi, raggiungendo la radura dove è stato recuperato dell’elisoccorso.

Le modalità dell’aggressione, e le stesse parole di Metlicovec, lasciano pensare che si potesse trattare di un’orsa femmina, impegnata a difendere i cuccioli da quella che ha interpretato come una minaccia. Lo stesso Metlicovec ha poi dichiarato di aver appreso una volta giunto al Pronto Soccorso di Trento che poche ore prima, sabato mattina, lo stesso luogo era stato teatro di un “falso attacco”: una ragazza che passeggiava nel bosco si era ferita fuggendo da un orso (presumibilmente lo stesso). Come spiega la Provincia di Trento nelle pagine web dedicate all’orso, il falso attacco è un comportamento difensivo attuato dagli orsi nel caso sentano minacciati i propri cuccioli.

L’orso bruno, che alla metà degli anni Ottanta risultava quasi interamente estinto sulle Alpi italiane, è stato oggetto di un programma di ripopolamento avviato dalla Provincia autonoma di Trento nel 1996. I 9 esemplari (3 maschi e 6 femmine) importati dalla Slovenia con il progetto “Life Ursus” hanno trovato nelle valli trentine l’ambiente ideale e ad oggi la popolazione di plantigradi è stimata attorno ai 50-60 esemplari.

Il Corpo Forestale provinciale è stato attivato per la cattura dell’orso anche mediante l’utilizzo di unità cinofile.

L’intervista rilasciata da Angelo Metlicovec al giornale l’Adige: