percorrenze a vuoto
Trasporto condiviso

Percorrenze a vuoto: con Trivabus si viaggia a 0,99 euro

Chi sa cosa sono le percorrenze a vuoto? Nel mondo dei trasporti su gomma, esse stanno ad indicare i viaggi di ritorno – o talvolta di andata – di un autobus senza nessun passeggero. Quante volte vediamo delle corriere muoversi in strada con il solo autista e nessun’altra persona, con 30, 40, 50 posti liberi? Ecco, probabilmente quella corriera avrà già scaricato tutti gli utenti e starà tornando alla lontana rimessa, magari percorrendo centinaia e centinaia di chilometri. Quelle sono le percorrenze a vuoto, e sia sul lato economico, che soprattutto su quello ambientale, sono un vero paradosso. Pensiamo per esempio ad un bus che deve tornare da Roma a Milano dopo aver scaricato di fronte al Colosseo una comitiva di studenti meneghini che resteranno nella capitale per una settimana: quante persone in quel preciso istante si stanno muovendo con le loro auto inquinanti dal centro al Nord Italia? Quante di loro preferirebbero spendere uno, due, tre euro per avere un comodo – e meno inquinante in quanto condiviso – passaggio in corriera? E quanti altri invece stanno percorrendo la stessa tratta in treno, avendo magari pagato dei biglietti da trenta, quaranta, cinquanta euro?

Il problema delle percorrenze a vuoto

Quella delle percorrenze a vuoto è una questione che ha sempre incuriosito e afflitto il mondo dei trasporti. Nessun operatore però, almeno in Italia, è mai riuscito a trovare una soluzione concreta per ‘riciclare’ questi viaggi a vuoto. Eppure le percorrenze a vuoto sono molto svantaggiose per tutte le realtà operanti in questo business: perché non approfittare rendendo accessibili, low cost e convenienti queste tratte forzate? Se in molti ci hanno pensato, il primo e finora unico a mettere in campo una soluzione è stato Vito Mirko Greco, 37 anni, pugliese: «lavoro da anni nel settore del trasporto su gomma e quello delle ‘percorrenze a vuoto’’ è una nicchia di mercato ambiziosa, che però finora non aveva visto operatori in grado di lanciare e rendere effettivamente operativo il servizio in Italia».

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L’iniziativa

Certo, il problema di Vito Mirko Greco e della sua startup Trivabus, almeno all’inizio, è stato quello di trovare delle compagnie di viaggio disposte a rendersi partner della sua iniziativa. Questo ostacolo è stato rimosso grazie all’interesse del tour operator EurobusNetwork, il quale può contare su un migliaio di partnership con delle compagnie sparse su tutto il territorio. Ebbene, questo network in particolare lo scorso anno ha collezionato più di 3mila viaggi senza passeggeri. Terreno fertile dunque, anzi, fertilissimo di percorrenze a vuoto, perfetto per essere sfruttato da Trivabus.

Come viaggiare con Trivabus

Ma come funziona il sistema di Trivabus? La start up pugliese mette in vendita le percorrenze a vuoto a partire da un prezzo base di 99 centesimi. Questo significa che i primi a prenotare un biglietto (fino al 10% della capienza) potranno accedere alla tratta con questo prezzo poco più che simbolico, mentre un altro 10% avrà diritto ad un biglietto a 2,99 euro. Per tutti gli altri, invece, si prospetta un posto al prezzo più basso del mercato. In tutti i casi, dunque, a guadagnarci sono sia la compagnia di trasporti che l’utente. Per approfittare di queste prezzi convenienti è sufficiente accedere al sito di Trivabus, registrarsi come utente e ricercare la tratta per cui si vuole acquistare un biglietto. In questo caso le possibilità sono due: o si trova immediatamente una corsa nella data desiderata e sul tragitto ricercato; oppure, nel peggiore dei casi, sarà in ogni modo possibile proporre una nuova tratta, che verrà eventualmente attivata e resa prenotabile una volta raggiunto un numero minimo di utenti paganti.

La rinascita degli autobus

Un tempo il bus non era certo il mezzo di trasporto pubblico preferito dai passeggeri, ma oggi la situazione sembra essere cambiata: sono infatti molti i giovani a preferire un viaggio in corriera piuttosto di un corrispettivo in treno o persino in aereo. Un viaggio su gomma viene infatti visto tante volte come più sicuro, maggiormente godibile e sì, solitamente più economico. L’esperienza di Flixbus – prossima a finire? – deve pur aver significato qualcosa. E poi c’è da aggiungere che in molti casi i bus collegano città minori servite poco o nulla da treni e aerei, magari senza richiedere attese, cambi e trasbordi da un mezzo e l’altro. Come ha del resto spiegato Vito Mirko Greco, «ogni giorno proponiamo all’utente un fitto elenco di rotte operative e subito acquistabili consentendo all’utente un’immediatezza e una flessibilità che, sulle tratte a vuoto in Italia, finora, non era mai stata possibile».

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In Italia ma non solo

«L’obiettivo» ha spiegato Vito Mirko Greco «è aggregare l’intera offerta delle tratte a vuoto, arrivando a coprire tutto il territorio nazionale, comprese le destinazioni minori, in modo da poter soddisfare ogni richiesta dell’utente» Le tratte messe a disposizione degli utenti sul portale di Trivabus crescono di giorno in giorno, sull’onda del successo dell’iniziativa: sono già tra l’altro spuntate anche le prime destinazioni fuori dai nostri confini, in Austria, in Germania e in Repubblica Ceca. All’aumento degli utenti crescono anche le compagnie aderenti, in un circolo virtuoso che continua ad ampliare il network.