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Il turismo sostenibile nell’Agenda 2030 dell’ONU

Grazie alla crescente consapevolezza internazionale sul ritmo veloce con cui si assiste al cambiamento climatico in atto sul nostro pianeta, le conseguenze sull’ambiente, sugli esseri umani e sulle loro attività economiche sono diventate sempre più evidenti. E questo vale ancora di più nel settore turistico, dove il cambiamento climatico è un fenomeno reale che impatta sulle destinazioni. Ma oltre a risentirne, il turismo contribuisce attivamente alle emissioni di gas serra (GHG), essendo una tra le principali ragioni che spinge la popolazione mondiale appartenente agli strati sociali medio-elevati a spostarsi da una parte all’altra del mondo con mezzi -spesso- inquinanti. E per promuovere la crescita economica senza però dimenticare la pressante variabile del clima, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva dichiarato il 2017 l’anno internazionale del turismo sostenibile (International Year of Sustainable Tourism for Development – IYSTD).

Turismo e trasporto: settore navale e aereo in Europa

Nell’analisi turistica, il trasporto è tra le prime cause di emissione di CO2. L’Agenzia Europea dell’Ambiente prevede “una crescita della domanda a livello globale dei trasporti navali e aerei, per maggiore comodità, convenienza e accesso alle merci negli anni a venire”. Si stima che tra il 1995 e il 2050 il trasporto di passeggeri nell’UE, incluso quello aereo, crescerà di circa il 70 % e il trasporto di merci del 100 %. Volume di traffico che aumenterà anche a livello mondiale.

I motori degli aerei scaricano nei cieli anidride carbonica (CO2), ossido di azoto (NOx), idrocarburi (HC), monossido di carbonio (CO) e fumo e gli effetti riguardano sia i cambiamenti climatici, quindi l’alta quota, che la qualità dell’aria locale. Sempre l’Agenzia Europea dell’Ambiente asserisce che le emissioni di gas serra prodotte dal trasporto aereo internazionale sono aumentate in maniera costante e si prevede che la tendenza al rialzo prosegua. L’industria dei trasporti navali, anche se riguardante maggiormente lo scambio di merci, genera anidride carbonica destinata a diventare, secondo le previsioni, 1,6 miliardi di tonnellate nel 2050. Anche l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) ha recentemente rilasciato uno studio che mette in guardia sulle emissioni di gas serra prodotte dal trasporto marittimo. Se non venissero adottati dei provvedimenti seri, esse aumenteranno del 250% entro il 2050 e arriveranno a rappresentare il 17% delle emissioni globali.

Per arginare le fonti di emissioni di gas serra in modo che il loro impatto sia in linea con le possibilità del Pianeta, è auspicabile un forte impegno tecnologico per studiare adeguate misure operative.

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Il turismo sostenibile e gli Obiettivi per il 2030

La globalizzazione e l’estesa rete dei trasporti hanno quindi facilitato gli spostamenti, trasformando qualsiasi destinazione in una potenziale meta turistica. D’altra parte, la necessità di rispettare gli impegni previsti dal più recente Accordo di Parigi, ha spinto la comunità internazionale ad inserire il turismo sostenibile tra le righe dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. L’attenzione dedicata nel 2017 per l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile, considerata dal segretario generale dell’UNWTO, Taleb Rifai, “un’occasione unica per promuovere il contributo del settore del turismo ai tre pilastri della sostenibilità – economico, sociale e ambientale”, prosegue con gli obiettivi 8, 12 e 14 dell’Agenda ONU:

  • Il Goal 8 afferma che bisogna “incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti”. Il turismo partecipa alla crescita economica globale con 1 su 11 posti di lavoro nel mondo. Il target 8.9 lo attesta a chiare lettere: “Entro il 2030, elaborare e attuare politiche volte a promuovere il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali”
  • Il Goal 12 afferma che è necessario “garantire modelli sostenibili di produzione e consumo”, specificando nel target 12.8.b di “sviluppare e applicare strumenti per monitorare gli impatti di sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali”.
  • Il Goal 14 asserisce che bisogna “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”, come ripetuto durante la recente COP23 a Bonn la cui Presidenza era affidata alle Isole Fiji le quali, al pari degli altri stati insulari, risentono pesantemente degli effetti del cambiamento climatico. Il target 14.7 afferma infatti: “Entro il 2030, aumentare i benefici economici derivanti dall’uso sostenibile delle risorse marine per i piccoli Stati insulari e i paesi meno sviluppati, anche mediante la gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo”.

Interventi a lungo termine che sottolineano come non esista sviluppo sostenibile che non comprenda anche l’equità e l’inclusività sociale, i valori culturali e la diversità.