Tzig, piattaforma per consegne
Green economy

tZig, il BlaBlaCar delle spedizioni

Tzig, la prima piattaforma che mette in contatto chi viaggia con chi spedisce, nasce da una visione. A volte basta osservare un fenomeno di successo e calarlo nella propria realtà per inventare qualcosa di completamente diverso. È quello che è successo a Joseph Greco.

Fondatore di RevSpring, un’azienda con oltre 1.000 dipendenti specializzata nella stampa e consegna di lettere in tutti gli Stati Uniti, Joseph era incuriosito dal boom di BlaBlaCar in Europa (in America non c’è). All’improvviso ha capito che i due business – il suo e quello della piattaforma di travel sharing – potevano incontrarsi. Da questa visione e dalla collaborazione con Stefano Dallago e Franco Dalfovo è nata tZig.

Stefano Dallago, oggi ceo tZig, ha incontrato Joe in un viaggio negli States. A quel tempo Stefano aveva creato una società all’università, Trendoo. Si stava dedicando al mobile marketing. L’azienda era andata così bene che Stefano aveva assistito all’acquisizione e alla successiva quotazione in Borsa al mercato AIM di Milano della sua creatura. Grazie all’incontro con Franco Dalfovo, oggi marketing manager, l’idea di portare tZig in Italia.

Stefano Dallago e Franco Dalfovo
Stefano Dallago e Franco Dalfovo

I vantaggi di tZig

La piattaforma si basa su uno schema molto semplice. Chi viaggia può offrirsi di effettuare una consegna per conto di un’altra persona. I vantaggi sono molteplici. Chi spedisce ottiene la consegna in giornata a qualunque distanza, con costi accettabili e senza perdere tempo e soldi in imballaggi. Perché, in fondo, chi ha bisogno di un imballaggio a norma se il pacco non deve viaggiare sul camion di un corriere?

Inoltre, chi viaggia (anche solo come passeggero) può far fruttare i suoi spostamenti. Il tutto in una cornice green, dato che ottimizzare i propri tragitti aggiungendo in essi valore, limita lo spreco di risorse e le emissioni inquinanti. Infine, il contatto fra chi spedisce e chi consegna è diretto e immediato.

Tzig

Come funziona tZig

“Siamo partiti da soli 10 giorni e abbiamo già 2.000 iscritti” spiega a Green.it Stefano Dallago. Un segnale positivo, dato che in così poco tempo l’unico strumento di promozione usato è stato il mondo dei social network. “Secondo noi a convincere è stata la semplicità del modello di tZig”, continua Dallago.

Come iniziare a guadagnare e spedire con tZig

Per iniziare a spedire e a consegnare con tZig prima di tutto si deve scaricare l’app gratuita, disponibile per iOS e Android. Ci si registra gratuitamente e si dà la propria disponibilità, indicando aree e tratta di consegna. Per chi è pendolare può pianificare anche viaggi ricorrenti. Chi vuole spedire invece, deve solo indicare le dimensioni dell’oggetto e inviare le richieste agli utenti disponibili, pagare il costo richiesto dal trasportatore, che riceverà i soldi a consegna effettuata.

Sia privati sia aziende possono utilizzare tZig. Tramite la piattaforma possono viaggiare dalle chiavi di casa alla torta della nonna, da divani a plichi urgenti. Al momento la piattaforma ha raccolto iscritti e quindi è attiva su Roma, Milano, Torino e Bologna, con 1.000 trasportatori già pronti a effettuare le consegne.

“La cosa più curiosa che ho visto da quando lavoro a tZig – racconta Dallago – è che siamo riusciti ad avere e coprire la prima spedizione nel nostro primo giorno di attività!”.

Tzig

tZig e il futuro della sharing economy

tZig ha iniziato il suo cammino con un capitale sociale di 200.000 euro. “Contiamo di raggiungere il break even point nel 2019 – spiega Dallago – “motivo per il quale stiamo accelerando sulla creazione del team: al momento siamo solo in due! Inoltre, temporaneamente, per promuovere meglio tZig gli utenti che vogliono spedire non devono pagare alcuna commissione alla piattaforma, ma solo il costo richiesto dal trasportatore”.

Il modello su cui si basa tZig, come per BlaBlaCar e Airbnb, è quello della sharing economy, fondata sulla fiducia tra gli utenti alla ricerca di un valore aggiunto nelle proprie attività quotidiane. La piattaforma quindi è stata strutturata per incoraggiare la creazione della fiducia tra gli utenti. Per questo è possibile fornire feedback e recensioni al trasportatore, si può seguire la consegna attraverso codici di ritiro e di consegna. Inoltre, tutti i trasportatori devono fornire la propria carta d’identità.

“La sharing economy continuerà ad esistere e a crescere, ma dovrà essere regolamentata – sottolinea Dallago. – Il problema oggi è che ci si muove in una zona grigia. Nel caso di tZig ad esempio non si tratta di un lavoro, come accade per Uber, ma potrebbe diventarlo e lì noi, come piattaforma, siamo costretti a bloccare l’utente, anche se si tratta di una decisione su cui stiamo lavorando per creare regole chiare per tutti”.

Al momento tZig non ha alcun competitor affermato: “Crediamo che la partita sia tutta da giocare, abbiamo alle spalle capitali, competenze e una struttura che ci potrà supportare”, aggiunge l’ad di tZig, attiva non solo in Italia, ma facente capo al quartier generale irlandese.