inquinamento oceanico
Inquinamento

Un sito per scoprire tutto l’inquinamento oceanico

L’inquinamento oceanico e delle acque in generale è uno degli argomenti più caldi quando si trattano tematiche relative alla sostenibilità e all’ambiente. Del resto, se il nostro pianeta è composto per il 70% da acqua e soltanto per il 30% da terra un motivo per tenere in considerazione i numerosi allarmi ci sarà.

Senza andare troppo lontano

L’Italia ad esempio è una penisola prevalentemente bagnata dalle acque del mediterraneo. Il mare tocca tre quarti delle nostre regioni ed entra prepotentemente nelle politiche alimentari, economiche e turistiche. Pochi giorni fa è stata aperta la stagione balneare nella Capitale e tra pochi giorni (la conferenza è prevista per l’8 maggio ndr) saranno state assegnate le famigerate bandiere blu che dovrebbero indicarci dove le acque e le spiagge sono pulite e libere da ogni forma di inquinamento.

inquinamento oceanico

Greenpeace mette in guardia

Con un vero e proprio appello da firmare e inviare al Ministro per le politiche ambientali Galletti Green Peace Italia lancia un urlo di dolore sulla situazione dei mari nostrani. All’interno dell’appello è possibile leggere queste parole:

Non lasciare che tutta questa plastica soffochi i nostri mari: uccide la fauna marina, contamina la catena alimentare e persiste nell’ambiente per centinaia di anni. Nel Mediterraneo, residui di plastica sono stati trovati nello stomaco di pesci, uccelli marini, tartarughe e cetacei. Bisogna cambiare rotta e il momento per farlo è adesso.

Il resto del mondo e l’inquinamento oceanico

Come ci racconta la rivista online reset.org, recentemente, un gruppo di scienziati tedeschi ha terminato la compilazione del più completo e preciso database mondiale con le informazioni sulla posizione e sugli effetti ambientali di rifiuti nei nostri oceani. I loro risultati sono pubblicati su Litterbase e sono disponibili sia in tedesco sia in inglese, con tanto di mappe facilmente comprensibili, grafiche e infografiche.

inquinamento oceanico

Dati scientifici puntuali e facili da trovare

Siamo tutti consapevoli del problema dei rifiuti – in particolare quelli che derivano dalla plastica – che generano l’inquinamento oceanico, con fenomeni come la Great Pacific Garbage Patch , l’inquinamento derivato dalle microplastiche che si generano semplicemente lavando i vestiti. Sono sempre di più le notizie di animali marini ritrovati morti con enormi quantità di plastica nello stomaco . Ma fino ad ora, i dati scientifici reali su questo problema cruciale sono stati enormemente difficile da trovare.
Il portale online Litterbase  contiene informazioni raccolte da 1.267 diversi studi scientifici e realizza con cura mappe globali di facile lettura e infografiche che sono costantemente aggiornate con nuove informazioni e completamente accessibili al pubblico. Si tratta di un progetto estremamente importante che migliorerà la nostra analisi e la comprensione della quantità di rifiuti negli oceani di tutto il mondo, e la loro distribuzione sullo scacchiere globale.

Grafica e mappe mostrano la distribuzione dell’inquinamento oceanico e gli impatti biologici

L’utilizzatore finale del sito può vedere le informazioni visualizzate sotto forma di una mappa del mondo, che mostra l’ubicazione dei rifiuti che sono stati identificati finora. È inoltre possibile filtrare le informazioni utilizzando diversi criteri, ad esempio, se ci sono delle pubblicazioni sull’inquinamento dell’area selezionata o che tipo di rifiuti prevalgono in una determinata zona e dove sono prevalentemente ubicati, banalmente si pensi alla sostanziale differenza tra una spiaggia inquinata e un fondale.

inquinamento oceanico

Interazione e informazione

Cliccando su un punto della mappa viene portato in primo piano un collegamento diretto con tutti gli studi scientifici riconducibili a quella particolare zona. La fruizione è rapida, semplice e trasparente.
Per una lettura veloce e immediata vengono usati i grafici a torta. E da questi grafici appare subito evidente che il grande problema dei nostri mari oggi si chiama plastica. È infatti questo il principale agente inquinante oltre che un pericoloso killer per le specie animali.

Consultazione e download gratuiti

Continuando la navigazione sul sito è possibile trovare altri grafici che ci chiariscono quale sia la specie animale più colpita. Si tratta di uccelli marini e pesci.  I dati vengono aggiornati costantemente, quindi le cifre esatte sono sempre in evoluzione a seconda delle ultime scoperte. I grafici sono gratuiti per tutti e disponibili per il download.

inquinamento oceanico

Ancora qualche lacuna

Purtroppo, la presenza di alcuni “buchi” sulla mappa – per esempio la costa occidentale dell’Africa, o ancora più in alto, verso l’Artico – non indica necessariamente una mancanza di rifiuti in quelle zone. Al contrario, la giusta lettura è che quelli sono dei punti ciechi del planisfero. Delle zone cioè in cui è al momento complicato avere dei dati attendibili e che quindi sono necessarie ulteriori ricerche. A differenza del Mediterraneo, in cui sono stati effettuati numerosi studi sui rifiuti oceanici, per grandi parti del globo, c’è ancora una carenza di dati. Nonostante si tratti del più grande e completo database che ricostruisce l’inquinamento oceanico il lavoro da fare è ancora tanto. I primi passi sono però decisamente positivi e speriamo che la lettura di certi grafici ci spinga ad assumere degli atteggiamenti più responsabili verso i nostri mari e di conseguenza, quindi, anche verso noi stessi.