verde urbano
Urbanistica

Verde urbano, dovremmo averne molta più cura

Abbiamo più volte sottolineato l’importanza del verde urbano. Per contrastare tutti i danni provocati dall’urbanizzazione e da un’eccessiva cementificazione è indispensabile pensare di introdurre in città nuovi spazi ricchi di vegetazione. Gli interventi dovrebbero essere capillari, sfruttando tutte le possibilità offerte dal contesto. I parchi urbani sono soluzioni ottimali perché fungono da veri e propri polmoni verdi che purificano l’aria e aiutano a calmierare l’isola di calore ma non sono l’unico strumento eco-sostenibile a disposizione delle amministrazioni. Qualsiasi spazio inutilizzato o apparentemente inconsueto andrebbe sfruttato per ricavarne piccole porzioni di verde urbano. Aiuole, viali alberati, aree spartitraffico piantumate, pocket park, rain garden e infrastrutture ricoperte di verde.

La coscienza ecologica aumenta ma le città non sono ancora cambiate

Sicuramente l’attenzione al verde in città è cresciuta molto ultimamente. I dati allarmanti sul cambiamento climatico e lo sviluppo di una serie di iniziative volte a promuovere la sostenibilità ambientale stanno contribuendo a un consolidamento di una coscienza ecologica collettiva. Se fino a poco tempo fa alcuni concetti erano in mano esclusivamente a esperti di settore, ora si può dire che siano diventati mainstream. Eppure la prospettiva di una reale trasformazione dei centri urbani in un’ottica green è ancora decisamente lontana.

31 mq di verde urbano per cittadino: ma è solo una media

Secondo gli ultimi dati Istat sono 31 i mq di verde urbano a disposizione dei cittadini. italiani. Una cifra non eccessivamente bassa ma che è frutto di una media e che nasconde quindi una realtà molto meno rosea di quanto possiamo immaginare. Il valore medio è infatti dettato dal contributo di città particolarmente verdi, come Trento (con 401,5 metri quadrati di verde urbano pro capite) e Sondrio (312,4 metri), mentre sono ben 19 le città italiane con una superficie di verde urbano a disposizione dei cittadini che non raggiunge nemmeno i 9 metri quadrati, ovvero il limite minimo stabilito dalla legge.

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Servono regolamentazioni più stringenti per promuovere il verde urbano

Ed è proprio la legge che dovrebbe essere chiamata in causa. L’importanza del verde urbano dovrebbe essere riconosciuta e regolamentata in modo molto più stringente e attento rispetto a quanto avviene attualmente in Italia. L’attività urbanistica assegna al verde pubblico una certa percentuale che deve essere rispettata in base al costruito ma è una percentuale bassa e soprattutto spesso non prevede il rispetto di una pianificazione attenta e integrata che dovrebbe guardare ai centri urbani nella loro interezza.

La normativa italiana ed europea sul verde urbano

La Convenzione Europea del Paesaggio così come la Carta di Aalborg hanno segnato un passaggio importante, a livello europeo, nello sviluppo di una maggiore consapevolezza sui temi della rigenerazione urbana e di modelli urbani verdi e sostenibili. Ma chiaramente serve un impegno a livello nazionale e regionale. Nel nostro paese il principale riferimento normativo per il verde urbano è la legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” che ha introdotto una serie di indicazioni per gli amministratori locali per la promozione e l’incremento degli spazi verdi. La legge prevede la messa a punto, a livello comunale, di un bilancio del verde, un catasto degli alberi e incentivi alla piantumazione. E’ sicuramente un passo in avanti ma non è sufficiente.

Manca una cultura del verde

Per promuovere realmente il verde urbano servirebbero obblighi più severi e soprattutto una cultura del verde che tutt’ora non c’è, né da parte dei cittadini privati né nelle amministrazioni pubbliche. Questa carenza provoca una scarsa attenzione all’ambiente e, nei casi invece più virtuosi, alcuni errori dettati appunto dall’ignoranza. E’ per questo motivo che servirebbe un Piano del verde, che dovrebbe essere affiancato al piano urbanistico e dovrebbe prevedere il rispetto di tutte le regole già previste a livello nazionale, diminuendo l’autonomia operativa che spesso viene lasciata alle amministrazioni locali e che spesso provocano alcuni errori sulle politiche di verde urbano.

Progettazione e manutenzione carente

Progettare il verde urbano significa sia studiare attentamente la città e prevedere spazi dove introdurre piante, fiori, erba e arbusti, sia prevedere interventi manutentivi che siano corretti ed efficaci. Ed è proprio la gestione delle aree verdi che in gran parte della città è carente, perché in molti casi non viene svolta, con il rischio di trasformarle in ulteriori spazi di degrado, o viene svolta male, non rispettando alcuni principi di potatura o di irrigazione. Risultato spesso della logica, piuttosto diffusa, degli appalti al massimo ribasso che spesso si traducono in lavori di scarsa qualità.

I tanti benefici del verde urbano

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Ci auguriamo che le cose potranno cambiare il prima possibile, perché i benefici del verde urbano sono davvero enormi. Aiuole, giardini della pioggia e altri sistemi verdi per la raccolta delle acque piovane contribuiscono, ad esempio, a limitare gli allagamenti in caso di piogge torrenziali e sono quindi soluzioni semplici e ottimali per aumentare la resilienza delle città. Piantare alberi può contribuire invece a una riduzione della concentrazione di particelle nocive in atmosfera, purificando l’aria inquinata. Le aree verdi hanno inoltre la capacità di abbassare le temperature e sono quindi un valido alleato contro il surriscaldamento globale e una diminuzione dei sistemi di climatizzazione che comportano ingenti consumi energetici. L’ultimo aspetto, non meno importante, ha a che fare con il benessere: sono ormai diversi gli studi scientifici che confermano l’effetto benefico del verde sull’uomo, riducendone stress, migliorandone l’umore e aumentandone la produttività.