6° Rapporto dell'Ipcc
Cambiamento climatico

Cambiamento climatico, siamo ancora in tempo: lo dice il 6° Rapporto dell’Ipcc

Probabilmente non servivano gli esperti dell’Ipcc, ovvero del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, per dircelo: eppure è bene sottolineare che ci stiamo muovendo nella direzione sbagliata, che quello che stiamo facendo per ridurre l’inquinamento e per fermare i cambiamenti climatici non è neanche lontanamente sufficiente per assicurare sicurezza e serenità al nostro futuro e a quello delle nuove generazioni. Il clima è già cambiato, e lo farà ancora e sempre di più. La buona notizia che esce dal 6° rapporto dell’Ipcc è che siamo ancora in tempo per invertire la rotta: come è noto, a partire dagli Accordi di Parigi, l’impegno è quello di non superare la soglia degli 1,5 gradi di aumento delle temperature rispetto all’epoca pre-industriale. Stando ai ricercatori, attualmente l’incremento è pari a 1,1 gradi, e per non rischiare di arrivare a 1,5 è assolutamente necessario azzerare le nostre emissioni di anidride carbonica, per permettere a clima di stabilizzarsi. Vediamo più nello specifico cosa viene detto nel 6° Rapporto dell’Ipcc

Il 6° rapporto dell’Ipcc in sintesi

Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici si è riunito in seduta plenaria per una settimana in Svizzera, chiudendo l’incontro il 20 marzo con il sesto ciclo di rapporti di valutazione. Il risultato è per l’appunto il 6° rapporto dell’Ipcc, il quale è a tutti gli effetti il più importante e recente aggiornamento sui cambiamenti climatici, nonché sulle azioni da intraprendere per rallentarli e interromperli. Le linee generali dell’Ipcc sono molto chiare: il picco di emissioni mondiali deve essere raggiunto entro il 2025, per poi muoversi verso una rapidissima riduzione, così da arrivare a un dimezzamento entro il 2030. Come a dire: non c’è nemmeno un minuto da perdere. Per evitare catastrofi ben peggiori di quelle che abbiamo già conosciuto è necessario dunque muoversi immediatamente. Va sottolineato peraltro che nel 6° rapporto l’Ipcc ha voluto rimarcare come sia fondamentale procedere sia a livello collettivo, sia a livello personale. Ecco allora che il 6° rapporto dell’Ipcc si rivolge sia ai governi, sia ai singoli abitanti della Terra.

Le linee guida sulle azioni personali

Nessuno può chiamarsi fuori dalla lotta contro i cambiamenti climatici. Anche la più piccola azione, ripetuta ogni giorno da tutti gli abitanti del pianeta, può fare una differenza enorme. E vale senz’altro la pena impegnarsi in tal senso, per proteggere sé stessi, il proprio paese, il proprio pianeta e le generazioni future. Ecco che allora gli esperti dell’Ipcc hanno elencato le azioni personali più importanti per combattere il climate change:

  • Adottare degli stili di vita più salubri
  • Utilizzare di più biciclette e sistemi di trasporto pubblici
  • Camminare di più
  • Adottare una dieta ricca di frutta e di vegetali
  • Ridurre il consumo di carne ad alta impronta di carbonio
  • Impegnarsi ogni giorni per risparmiare risorse idriche
  • Evitare lo spreco di cibo

Si tratta di tante piccole azioni che vale la pena mettere in pratica, anche perché, come sottolineato dal presidente dell’Ipcc Hoesung Lee, quelli climatici non sono un problema di qualcun altro.

Le linee guida dell’Ipcc per i governi

Nel 6° rapporto l’Ipcc torna a rivolgersi ai governi, sapendo molto bene che gran parte degli impegni presi a Parigi nel 2015 sono rimasti sulla carta. Le priorità sono:

  • Aumentare le energie rinnovabili, sapendo che i costi di solare e eolico sono scesi dell’85% e del 55%
  • Chiudere le centrali a carbone
  • Stoccare le energie rinnovabili non utilizzate
  • Introdurre al fianco dell’idroelettrico classico anche impianti mini-idro
  • Investire nella mobilità condivisa
  • Puntare sulle auto elettriche
  • Rendere più efficienti i processi industriali e quelli edilizi
  • Ridurre l’uso di fertilizzanti
  • Ridurre gli allevamenti intensivi
  • Decarbonizzare trasporti navali e aerei
  • Investire nella riforestazione
  • Bloccare il consumo di suolo.