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L’Australia diventerà il nostro fornitore di energia rinnovabile?

L’1 febbraio il ministro australiano per il clima e l’energia Chris Bowen è intervenuto al Centro per gli studi politici europei di Bruxelles, presentando il proprio paese come un potenziale fornitore di energia rinnovabile per l’Europa. «L’Europa necessita di una grande mole di energia per alimentare la propria industria di alto livello, e l’Australia può diventare una centrale elettrica di energia rinnovabile» ha spiegato il ministro del governo Albanese. L’intenzione è quindi quella di diventare un esportatore di energia rinnovabile a livello globale, e di riallacciare i rapporti con l’Europa anche sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. «Il nostro obiettivo è chiaro: desideriamo che l’Australia diventi una potenza di esportazione per l’energia rinnovabile» ha sottolineato il ministro, aggiungendo che «possiamo vantare alcune delle migliori risorse di energia solare al mondo». Bowen ha poi ricordato che l’Australia dispone di grandi impianti di energia eolica offshore, in forte e veloce sviluppo. «Vorremmo che l’Europa fosse un destinatario chiave del nostro export. Secondo alcune stime, l’energia rinnovabile australiana potrebbe arrivare a generare più di 8 volte l’attuale domanda di energia a livello globale».

Il paese ideale per diventare fornitore di energia rinnovabile a livello internazionale

In effetti le caratteristiche dell’Australia la rendono naturalmente il candidato ideale per diventare fornitore di energia rinnovabile a livello internazionale, e in quanto tale ha già agguantato diversi record: si pensi per esempio al più grande impianto di produzione energetica solare termica a torre singola. Negli anni il paese ha conosciuto una crescita intensa delle rinnovabili, uno sviluppo veloce che una decina di anni fa aveva portato persino a un eccessivo ottimismo: il riferimento è a uno studio dell’Università di Melbourne, secondo il quale l’Australia avrebbe potuto raggiungere il 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Si è ben lontani da questo obiettivo, ma è altrettanto vero che l’Australia, per la sua estensione e per le sue enormi possibilità in fatto di solare e di eolico, può effettivamente diventare il fornitore di energia rinnovabile caldeggiato da Chris Bowen. È però allo stesso tempo vero che, proprio in questi anni, il paese sta affrontando una grave crisi energetica interna.

La crisi energetica australiana

Potrebbe sembrare paradossale parlare della trasformazione dell’Australia in un grande fornitore di energia rinnovabile mentre il paese vive una crisi energetica. Sono tanti i fattori in gioco, a partire da una forte crescita della domanda energetica nell’Australia Orientale, accompagnata da una sempre meno performante generazione di elettricità da centrali a carbone. Parallelamente, circa tre quarti del gas prodotto in Australia – che è il primo produttore globale di GNL, insieme al Quatar – vengono attualmente esportati. A scatenare la crisi sarebbe quindi proprio la dipendenza dai combustibili fossili, senza trascurare il fatto che negli ultimi anni l’Australia ha conosciuto estati particolarmente aride e inverni straordinariamente freddi.

L’idrogeno verde australiano

Va detto che l’Australia non si propone unicamente come fornitore di energia elettrica. É già stato infatti firmato un memorandum volto a supportare la creazione di una catena di approvvigionamento di idrogeno verde dall’Australia all’Europa, con il combustibile che dovrebbe essere eventualmente consegnato presso il porto di Rotterdam. Ma non è tutto qui, in quanto è già attivo un approvvigionamento di idrogeno verde tra Australia e Germania, che verrà presto sviluppato ulteriormente. Non va poi dimenticato il fatto che sempre l’Australia presenta grandi giacimenti di minerali critici e di terre rare, producendo oggi, per esempio, circa la metà del litio globale, un terzo del cobalto un quarto delle terre rare.