cambiamento climatico
Cambiamento climatico

A nessuno importa del cambiamento climatico: colpa della stampa?

Il disinteresse verso la questione ambientale

Gli ambientalisti continuano a pressare i vertici della politica mondiale affinché si faccia di più per fermare il cambiamento climatico. Nonostante gli accordi presi nell’ultimo periodo, primo fra tutti quello scaturito dalla Conferenza sul Clima di Parigi, non si sta facendo abbastanza per fermare l’inquinamento che sempre di più contribuisce al surriscaldamento del pianeta. Ma certo la colpa non è da addossare solo e unicamente ai politici: anche noi cittadini, infatti, portiamo grandissime responsabilità. In primo luogo, ovviamente, siamo degli inquinatori, chi più, chi meno. Non è però tutto qui: non sono solamente le nostre azioni concrete ad influenzare il cambiamento climatico, ma anche i nostri pensieri. Eh sì, perché il disinteresse diffuso nei confronti delle questioni ambientali non può sicuramente spingere i nostri rappresentanti politici ad elaborare riforme lungimiranti per combattere una battaglia ambientale che viene richiesta tenacemente solo da una piccola fetta di elettori.

Il cambiamento climatico non fa notizia

Ma perché esiste questo disinteresse diffuso nei confronti del cambiamento climatico? Perché se ne parla troppo poco sui media, nazionali e internazionali. Ma perché i media danno poco spazio alle questioni ambientali? Perché queste non fanno notizia. Un circolo vizioso, dunque. Una interessante ricerca condotta dal Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), intitolata ‘La storia non raccontata: il cambiamento climatico non fa notizia‘ ha analizzato e calcolato quante volte si è parlato o scritto riguardo al cambiamento climatico sui principali media occidentali. Nel dettaglio, si sono analizzati giornali e telegiornali statunitensi, inglesi, francesi e italiani (per l’Italia il Tg1, il Tg La7, La Repubblica e Corriere della Sera). Lo studio è stato sagacemente diviso in due periodi da quattordici giorni l’uno: la prima fase è stata realizzata due mesi prima della Cop21, mentre la seconda è stata effettuata due mesi dopo.

Se ne parla poco e male

Ebbene, come era prevedibile, nell’immediato periodo successivo alla Conferenza di Parigi c’è stata effettivamente una maggiore copertura delle tematiche attinenti al cambiamento climatico. Ma, mano a mano che il ricordo della Conferenza scemava nel passato, anche le notizie ambientali sono diminuite, scomparendo dalle prime pagine dei giornali e dai tg.

«È incredibile» ha affermato il presidente dell’Ifad Kanayo F. Nwanze «che in un anno in cui abbiamo registrato temperature record, 32 gravi siccità e perdite di raccolti di entità straordinaria i media non mettano le notizie sul cambiamento climatico in prima pagina».

E, fatto ancora più grave, mancano quasi del tutto i collegamenti tra il cambiamento climatico e tematiche scottanti come i conflitti, le migrazioni e l’insicurezza alimentare, come se la stampa volesse cancellare gli ovvi rapporti di causa-effetto tra questi eventi.