Anaconda gigante
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Anaconda gigante: conoscere il serpente più grande del mondo

L’anaconda gigante, il serpente più grande del mondo, potrebbe spaventare chiunque, anche solo vedendone le immagini: il serpente, che rientra nella famiglia dei boa, è noto anche col nome di rettile squamato e popola alcune delle aree tropicali sudamericane, vivendo nei fiumi.

I luoghi in cui vive l’anaconda gigante

Le origini geografiche dell’anaconda gigante sono situate nel Sudamerica, con riferimento ai bacini dei famosi corsi d’acqua Orinoco, Amazzonia, Paraguay, affluenti del Rio delle Amazzoni.

In particolare, il rettile vive unicamente in questi luoghi ed è proprio per questo che appartiene alla categoria degli animali endemici, chiamati così perché sono nativi solo ed esclusivamente di determinate aree del mondo.

Alcune colonie di anaconde giganti sono state rinvenute in corrispondenza dei fiumi Napo, Putumayo e Alto Paranà.

Per ammirare questi splendidi ma pericolosissimi rettili, quindi, è necessario visitare il Brasile, l’Ecuador, il Paraguay, il Perù e la Bolivia, laddove il clima è più caldo e umido.

Nonostante l’habitat naturale dell’anaconda gigante sia costituito da zone lacustri, con prevalenza di una forte umidità e acque stagnanti, questi serpenti amano anche stare fra gli alberi.

Un corpo muscoloso per un rettile molto temuto

Grazie alla muscolatura del corpo, molto sviluppata su tutta la lunghezza, l’anaconda gigante è in grado di trascorrere giornate intere sott’acqua, nuotando con vigore e velocità, per afferrare le prede con una rapidità cui è davvero difficile sfuggire.

Inoltre, poiché le dimensioni dell’anaconda gigante possono superare tranquillamente gli 11 metri di lunghezza, è comprensibile come questo rettile sia pericoloso per molte specie animali, in particolare uccelli, ma anche altri rettili e i mammiferi, che includono anche gli esseri umani.

La pericolosità dell’anaconda, per l’uomo, è data dalla notevole e famosa capacità costrittrice del rettile, in grado di trattenere e soffocare, praticamente all’istante, un corpo di oltre 100 chilogrammi.

Da questo punto di vista, sarebbe facile pensare che l’anaconda sia una specie animale praticamente inattaccabile.

In realtà, proprio per la sua natura, l’anaconda gigante è stata ed è tuttora oggetto di pesanti azioni di cattura, da parte dei contadini locali e dei cacciatori, preoccupati della minaccia che il serpente costituisce nei confronti del bestiame e della popolazione locale, soprattutto i bambini.

Solo sporadicamente la pelle dell’anaconda gigante è scambiata nei commerci locali; il suo esiguo valore di vendita, infatti, non è la ragione principale della sua uccisione.

Una delle principali problematiche che scaturiscono dalla progressiva eliminazione delle anaconde giganti è quella a carico dell’ecosistema, perché questi rettili svolgono un ruolo fondamentale nella caccia ai topi.

Anaconda gigante: conoscerla da vicino, ma non troppo

Conoscere da vicino, con le dovute cautele, l’anaconda gigante, aiuterà a comprenderne meglio la vita e le abitudini.

A dispetto delle sue enormi dimensioni, questo particolarissimo serpente si nutre quasi esclusivamente di esemplari di animali di piccole dimensioni, come gli uccelli vicino al fiume.

Quasi tutta la vita delle anaconde giganti si svolge all’interno delle acque lacustri, lontano dalle correnti più forti dei fiumi e in corrispondenza di una fitta vegetazione tropicale. È sempre in acqua che questi serpenti si accoppiano, talvolta in mucchi formati da una femmina e numerosi maschi.

La natura di ovovivipari fa sì che la femmina di anaconda gigante, al termine della gestazione, partorisca piccoli già formati, le cui uova si schiudono già all’interno del corpo materno; alla nascita, le piccole anaconde misurano già 80 centimetri e possono raggiungere addirittura le 40 unità a schiusa, con un minimo di 4 piccoli.

Molto semplice da distinguere dalle altre specie di serpenti, oltre che per le dimensioni, l’anaconda gigante si presenta, esternamente, con un ventre chiaro, corpo verde scuro e un particolare disegno sulla parte terminale della coda, unico per ogni esemplare e, proprio per questo, con una funzione molto simile a quella delle umane impronte digitali.