appello degli scienziati sul clima
Cambiamento climatico

Campagna elettorale: l’appello degli scienziati sul clima

Si avvicina la data del voto per le elezioni politiche italiane. Entro il 14 agosto i partiti dovranno presentare i propri simboli elettorali, entro il 22 agosto dovranno essere presentate le liste dei candidati, mentre gli italiani saranno chiamati alle urne il 25 settembre. E mentre la campagna elettorale è già entrata nel vivo tra costruzioni di alleanze e dichiarazioni forti dai diversi schieramenti, arriva un importante appello degli scienziati sul clima. Non si tratta certo di una novità: più volte la comunità scientifica italiana ha fatto sentire la propria voce al momento di importanti decisioni politiche. Si pensi per esempio alla lettera aperta firmata da 40 ricercatori nel 2018, in cui alcuni tra i più importanti scienziati italiani chiedevano maggiore sintonia su questioni come libertà di cura e vaccini. Questa volta al centro del messaggio c’è però il clima, e non può sorprendere: la campagna elettorale è infatti nata in una delle più torride estati di sempre, a dimostrare ancora una volta la minaccia dei cambiamenti climatici.

L’appello degli scienziati sul clima: la lettera aperta

La lettera aperta degli scienziati italiani (pubblicata da Green&Blue e da Repubblica) ha un obiettivo ben preciso: invitare la classe politica a mettere il riscaldamento globale al centro della campagna elettorale. Attualmente lo scontro si sta infatti giocando soprattutto su temi diversi da quelli dell’emergenza climatica che sta colpendo il mondo intero, quali l’immigrazione, le tasse, l’inflazione, le grandi opere e via dicendo. Ecco allora che l’appello degli scienziati sul clima inizia subito mettendo in chiaro che «la scienza del clima ci mostra da tempo che l’Italia, inserita nel contesto di un hot spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull’uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive». La lettera prosegue poi sottolineando come i cambiamenti climatici influenzeranno negativamente anche le attività economiche e la vita sociale, ricordando come con 1 grado in più «si avranno mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di calore e tra il 30 e il 40% di aumento della frequenza di inondazioni e siccità». E in Italia la situazione potrebbe peraltro essere ancora più critica, per la fragilità dell’area mediterranea. A partire da questi presupposti, gli scienziati chiedono con forza ai partiti «di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire», puntando a una decisa riduzione delle emissioni di gas serra.

I firmatari della lettera aperta ai politici

Sono tanti i firmatari dell’appello degli scienziati sul clima. Tra i primi firmatari ci sono Carlo Barbante, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dell’Università Ca’ Foscari, Carlo Carraro, dell’Università Ca’ Foscari, Antonio Navarra, dell’Università di Bologna e Presidente della Fondazione Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Antonello Pasini, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nonché Riccardo Valentini, dell’Università della Tuscia e Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima. A questi nomi si aggiungono tanti altri esponenti di spicco della comunità scientifica italiana.

Non solo la classe politica: anche l’elettorato deve mettere al centro il clima

I prossimi anni, climaticamente parlando, saranno cruciali. È ancora possibile cambiare il corso degli eventi, pur sapendo che già adesso, per come stanno le cose, sono aumentati e aumenteranno ulteriormente gli incendi su vasta scala, le ondate di calore, le precipitazioni anomale e vai dicendo. Va peraltro detto che, vista la continua dipendenza dell’Italia dall’estero quanto a combustibili fossili, un cambio di passo porterebbe già di per sé grandi vantaggi economici: si parla dell’aumento dell’energia da fonti rinnovabili, dell’efficientamento termico delle abitazioni e vai dicendo. È però importante che anche l’elettorato percepisca l’importanza di questi temi, non votando quindi esclusivamente in base ai propri interessi di breve periodo. La responsabilità, insomma, non è solamente della classe politica: è proprio la sordità di gran parte degli italiani che rende poco conveniente per i partiti parlare di politica climatica.