Il baby boom degli orsi trentini
L’AGGRESSIONE. Lo scorso 10 giugno un cittadino di Trento intento a fare jogging nei boschi che circondano il capoluogo è stato costretto a richiede l’intervento dei soccorsi dopo uno spiacevole e violento incontro con un esemplare di orso bruno. Vladimir Molinari, 45 anni, ha riportato parecchie lesioni ed è ora ricoverato presso l’ospedale della città. L’uomo ha raccontato di essere stato raggiunto da un morso alla testa e da almeno una decina di zampate inferte dal plantigrado, che è poi fuggito. L’episodio segue a uno analogo, ma meno drammatico, risalente al 30 maggio scorso. Torna quindi d’attualità il dibattito su Life Ursus, il progetto della Provincia di Trento per il ripopolamento del territorio boschivo con esemplari provenienti dalla Slovenia. Fra il 1999 e il 2002 sono stati liberati 10 orsi. Questi si sono poi riprodotti, provocando un significativo aumento della popolazione di plantigradi sulle montagne trentine. Ma quanti sono ora gli orsi in Trentino?
SETTE CUCCIOLATE. Quest’anno è stato registrato un vero e proprio baby boom. Il servizio forestale della Provincia Autonoma di Trento ha infatti dichiarato che durante quest’ultima primavera ci sono state sette cucciolate, con un totale di dodici o tredici cuccioli di orso. Cifre degne di nota, se si pensa che nel 2014 non vi era stata alcuna crescita, e che nel 2012 le fila dei plantigradi, anziché crescere, erano diminuite. Nel territorio trentino, ad oggi, dovrebbero dunque essere presenti una cinquantina di orsi, piccoli e grandi, principalmente stanziati tra il Brenta e l’Adamello.
RISPETTARE GLI ANIMALI. Insomma, le polemiche intorno alla sicurezza dei cittadini non sembrano aver intaccato la voglia di vivere dei plantigradi. Se da una parte non può che far piacere questa ennesima conferma del buon livello di adattamento degli orsi tra le cime alpine, dall’altra un accresciuto numero di esemplari deve spingerci verso un maggior rispetto di questi animali. Bisogna infatti ricordarsi che la presenza di cuccioli può rendere le femmine di orso maggiormente aggressive. Per questo motivo la Guardia Forestale trentina ha ricordato di essere particolarmente prudenti in caso di avvistamento: non dare cibo agli orsi, non molestarli o seguirli, e tenersi ad una distanza ragionevole, in ogni caso superiore ai 50 metri.
A TU PER TU CON L’ORSO. Per evitare altri episodi spiacevoli, come quello che nel settembre dello scorso anno aveva provocato un altro incontro ravvicinato con un orso a cui era seguito un tentativo di cattura e la conseguente morte dell’orso, il Servizio Foreste e Fauna della Provincia ha diffuso un vero e proprio elenco di norme da rispettare nel caso ci si trovi faccia a faccia con un esemplare del plantigrado: bisogna spostarsi lentamente, senza movimenti bruschi, guadagnando la distanza di rispetto richiesta dagli animali selvatici. «La fuga veloce, come l’uso di sassi o bastoni, sono invece controproducenti» sottolinea la Provincia di Trento, «perché accentuano nell’orsa la sensazione di pericolo e prolungano, quindi, l’atteggiamento di falso attacco. L’eventualità di incontrare gli orsi da vicino, di per sé molto rara, può essere ulteriormente ridotta facendo rumore, quando ci si muove in bosco».
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