Cappotto termico
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Cappotto termico interno: come funziona

Il cappotto termico interno rappresenta la soluzione ideale quando non è possibile installare il ben più conosciuto cappotto esterno.

Le motivazioni posso essere molteplici, tra cui:

– spazi esterni non sufficienti per poter applicare e lavorare il cappotto;

– esistenza di vincoli architettonici che tutelano le facciate esterne di un edificio, basti pensare a uno storico;

– rivestimenti difficili da applicare sui materiali isolanti;

– costi eccessivi dovuti all’altezza dello stabile.

Che cos’è il cappotto termico interno e come viene realizzato

Il cappotto termico interno non è altro che uno strato isolante applicato sulla parte interna delle pareti verticali e disperdenti dello stabile, ossia quelle poste a contatto con l’esterno, in modo da diminuire non solo la dispersione termica, ma anche i costi per la climatizzazione.

Tuttavia, sebbene questo tipo di rivestimento ha un prezzo inferiore rispetto al cappotto esterno, porta via una porzione di spazio alle camere e non ha la capacità di formare uno strato isolante continuo, in quanto subisce l’interruzione dei solai appartenenti ai vari piani.

Tale problema può però essere risolto tramite l’applicazione di appositi pannelli.

Tipologie di cappotto termico interno

Attualmente esistono le seguenti due tipologie di cappotto termico interno:

1. isolamento intercapedine: viene creata al muro una contro parete interna volta a creare un’intercapedine da colmare di materiale isolante (lane, pannelli oppure schiume).

Inoltre, tra quest’ultimo e i pannelli viene collocata una barriera al vapore, ossia uno strato impermeabile per prevenire la formazione di umidità interna.

I pannelli esterni di cartongesso o fibra gesso vengono poi ricoperti con rasatura e colorati.

Per ottenere un risultato di buona qualità, è necessario utilizzare dei supporti resistenti, pena danni in tempi rapidi;

2. isolamento con pannelli intonacabili: i pannelli vengono incollati al muro da isolare senza utilizzare alcuna lastra di fibrogesso o cartongesso, per poi procedere con la rasatura e la decorazione.

Se si utilizzano dei supporti traspiranti, si evita la barriera al vapore, in quanto si verifica sufficiente areazione in grado di eliminare l’umidità presente negli interstizi.

Materiali utilizzati per isolare il cappotto termico interno

I materiali utilizzati per isolare il cappotto termico interno si suddividono un due macro categorie, ovvero quelli di origine naturale-minerale e quelli di origine sintetica.

Materiali di origine naturale-minerale

I materiali di origine naturale utilizzati per il cappotto termico interno possono essere sughero, fibra di vetro, fibra di legno, lana di roccia, silicato di calcio e vetro cellulare.

Ognuno di essi offre i suoi vantaggi specifici, ma hanno un prezzo molto elevato.

Inoltre la lana di roccia può risultare pericolosa per tutti coloro che la maneggiano durante le fasi di posa.

Materiali di origine sintetica

Oltre ad avere un costo economico, sono provvisti di un buon potere isolante, ma, se non applicati nel modo giusto, possono dare origine alla formazione di muffe nelle intercapedini e tale fenomeno può compromettere la salubrità dei locali interni.

Altri svantaggi sono elevata infiammabilità, emissione di VOC (composti organici volatili) e bassa traspirabilità.

Come scegliere un materiale isolante

Prima di richiedere l’applicazione di un materiale isolante per cappotto termico interno, si consiglia di prendere in considerazione i seguenti fattori:

– capacità traspirante;

– capacità isolante;

– resistenza agli urti;

– resistenza meccanica;

– capacità di assorbimento dell’acqua;

– capacità di reazione al fuoco;

– quantità di composti organici volatili (VOC) emessi;

– modalità di applicazione alla muratura già presente;

– rapporto qualità-prezzo.