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Green economy

Caricabatterie unico: con il sì UE 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici in meno ogni anno

In tanti dei nostri appartamenti, ormai, c’è una scatola o un cassetto dedicato a questo specifico tipo di reperti. Caricabatterie, cavi, fili delle più diverse tipologie, di vecchi smartphone, cellulari, videocamere, videogiochi e quant’altro. E buona parte di loro, forse, potrebbe persino funzionare ancora. Il loro destino però è quello di finire nelle oltre 3.600 isole ecologiche comunali che in Italia smaltiscono i rifiuti RAEE. Ma deve continuare a essere per forza così? Assolutamente no, e ad affermarlo è anche il Parlamento dell’Unione europea, il quale ha varato una nuova legge dedicata per l’appunto all’introduzione del caricabatterie unico, anche detto caricabatterie universale. La norma ha ricevuto un esito positivo con un’ampissima maggioranza: si parla di 602 voti a favore, di 13 contrari e di 8 estensioni. Vediamo cosa e quando cambierà con questa nuova legge europea sul caricabatterie unico.

Cosa cambierà con la legge UE sul caricabatterie unico

Partiamo dalle tempistiche: la nuova legge prevede che, entro la fine del 2024, tutti i dispositivi mobili come cellulari, tablet e fotocamere venduti nell’Unione europea presentino una porta di ricarica Usb Type-C. Questo significa per l’appunto che, a prescindere dal produttore del device, sarà possibile usare sempre il medesimo caricabatterie, universale per l’appunto. Va sottolineato che tantissimi marchi hanno già adottato questa tipologia di porta per la ricarica; a muoversi in modo opposto, come è noto, è stato ed è tutt’oggi il marchio Apple. In questo modo non si dovrà di volta in volta acquistare un nuovo caricabatterie per ogni nuovo dispositivo. Ma non è tutto qui. A partire dalla primavera del 2026, il caricabatterie unico diventerà obbligatorio in tutta l’Unione europea anche per i computer portatili.

Della necessità di indicare un unico tipo di cavo di ricarica per alimentare gli smartphone del resto non si è iniziato a parlare ieri. Intorno al caricabatterie unico si discute da una decina d’anni, anche perché, come vedremo, anche il fatto di istituire un caricabatterie universale nasconde qualche punto critico.

I vantaggi del caricabatterie universale

Il primo grande obiettivo perseguibile attraverso un caricabatterie unico è semplice e grandioso. La possibilità di usare il caricabatterie su più dispositivi mobili, e quindi per caricare lo smartphone come anche per caricare le cuffie wireless, e ancora, per caricare la torcia portatile da campeggio, permetterà per l’appunto di non avere in casa una gamma diversi di cavi, da sostituire a loro volta con l’acquisto di nuovi dispositivi. Il caricabatterie unico potrà quindi sopravvivere e continuare a essere usato anche nel passaggio tra uno smartphone e l’altro, riducendo in modo importante la mole di rifiuti RAEE prodotta dai cittadini europei. Con il suo intervento alla plenaria poco prima del voto, la vice presidente della Commissione europea Margrethe Vestager ha spiegato che il caricabatterie unico si tradurrà in 11.000 tonnellate di RAEE in meno. Non si parla peraltro solamente di un vantaggio a livello ambientale. Il fatto di non dover comprare continuamente nuovi caricatori permetterà ai consumatori europei di risparmiare circa 250 milioni di euro all’anno.

I dubbi espressi sulla Usb universale

Sul fatto che la norma UE possa portare a un concreto cambiamento ambientale non ci sono dubbi. E di certo è positiva la possibilità di superare il lock-in tecnologico per cui un consumatore si trova a essere dipendente di un singolo marchio proprio per via dell’incompatibilità dei diversi device. Va però detto che restano alcune domande. È vero che dispositivi diversi presentano già oggi la medesima porta Usb-C, ma è da sottolineare che un caricatore da smartphone da 20 Watt non può caricare un portatile; ed è anche vero che un caricatore da 40 Watt, per la ricarica veloce di uno smartphone abilitato, potrebbe risultare sovradimensionato per altri dispositivi. Va poi sottolineato che anche i medesimi cavi vanno incontro a una continua evoluzione, trasportando più Watt o maggiori informazioni: senza la decisione di porre un limite di wattaggio, si rischia che i produttori inneschino comunque una corsa continua verso il “miglior” cavo, così da compromettere almeno in parte l’obiettivo del caricabatterie unico.