ciclabili territoriali
Bicicletta

Le città e le ciclabili territoriali: gli esempi di Melbourne e Trento

Ci sono alcune metropoli che nel corso degli ultimi anni sono diventate delle vere e proprie capitali della bicicletta, essendo state in grado di realizzare delle ciclabili territoriali in grado di venire incontro alle reali esigenze di spostamento dei propri cittadini, come per esempio Copenaghen, Berlino ed Amsterdam. Ma se in queste metropoli dal respiro internazionale le due ruote hanno un ruolo da protagonista nella vita dei cittadini, la maggior parte delle città a livello mondiale non è invece dotata delle ciclabili territoriali sufficienti a permettere un utilizzo così massiccio e diffuso della bicicletta. Chi più chi meno, però, va sottolineato che sono molte le città che stanno cercando di rafforzare la propria rete di ciclabili territoriali, ognuna a modo suo. Oggi vogliamo portare due esempi diametralmente opposti, sia per dimensioni che per metodo, i quali però tendono al medesimo obiettivo, ovvero incentivare al massimo la mobilità sostenibile con la costruzione di ciclabili territoriali.

L’esempio di Melbourne

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Foto: Supplied

Per il primo esempio andiamo dall’altra parte del pianeta, in Australia, precisamente a Melbourne: qui l’amministrazione sta infatti spingendo per rivoluzionare la mobilità cittadina attraverso la costruzione di una rete altamente funzionale di ciclabili territoriali. La vera chicca del progetto sarebbe una ciclabile diretta e senza interruzione di circa 2,5 chilometri, capace di collegare il centro di Melbourne alla periferia, lontana dal traffico e dagli incroci. Come sarebbe possibile tutto questo? Ovviamente con una ciclabile sotterranea, costruita sotto una delle arterie principali della città australiana, ovvero Footscray Road. Viaggiare in bicicletta in una galleria sotterranea potrebbe sembrare strano e anche un po’ tenebroso, ma a giudicare dal progetto, non sarà assolutamente così: questo tratto di ciclabile sarà infatti dotato di scale e di uscite di emergenza, così da non dare mai ai ciclisti l’impressione di essere in trappola. Ma ovviamente questa via sarà riservata ai soli pendolari che vogliono raggiungere in fretta il centro della città con la propria bicicletta; per chi volesse godersi una pedalata tranquilla, l’amministrazione comunale di Melbourne ha annunciato di voler allargare l’attuale ciclabile che scorre lungo Footscary Road. La città australiana è pronta a dotarsi di quasi 14 chilometri di nuove ciclabili territoriali ed urbane, tutte progettate per permettere ai cittadini di spostarsi verso il centro e quindi verso la periferia senza doversi mescolare con il traffico veicolare di automobili e camion.

Ciclabili territoriali e urbane: come è messa l’Italia?

Quello di Melbourne è uno dei tanti esempi che le più grandi città dovrebbero cogliere. Ma se è vero che a livello europeo le vere capitali della bicicletta sono delle metropoli, va sottolineato che in Italia le città con un maggior dispiego di ciclabili territoriali sono per lo più quelle piccole e più lontane dai riflettori. Tra tutte a primeggiare in Italia – secondo una ricerca di Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità Nuova – quanto a performance di ciclabilità sono infatti Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso, non proprio delle metropoli, insomma, con Milano che a livello nazionale si piazza al 32° posto.

L’esempio di Trento

Un buon esempio di città italiana che negli ultimi anni si è data da fare per aumentare l’estensione ed il numero delle proprie ciclabili territoriali è sicuramente Trento, che ad oggi può vantare l’esattezza di 61.898 metri di percorsi ciclabili sul proprio territorio (34.412 metri di competenza comunale e altri 27.486 di competenza provinciale). Va sottolineato che i lavori lungo le vie ciclopedonali trentine sono in continuo fermento, con l’apertura, entro l’estate, di tanti nuovi raccordi e percorsi (per citarne alcuni: Piazza Centa – Via Druso, Area ex Michelin – Ravina, via Caduti di Nassiriya – Via Maestri del Lavoro, Ravina – Costa San Nicolò).

Più biciclette, meno emissioni e meno incidenti

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Da anni si continua a dire che la bicicletta – insieme ovviamente ai nostri piedi – è il mezzo di trasporto perfetto per la nostra salute e per quella del nostro pianeta. Talvolta, però, si nota un certo timore dei cittadini nello spostarsi in bicicletta, proprio per il fatto di sentirsi poco protetti nei confronti del traffico veicolare pesante: per questo, infatti, le piste ciclabili territoriali e urbane sono un passo cruciale per permettere una vera diffusione di questo tipo di mobilità sostenibile. Eppure, nella maggior parte dei casi, va detto che la paura di muoversi in bicicletta è del tutto ingiustificata, come dimostra una statistica elaborata dal portale tedesco Statista, che raggruppa dei dati raccolti tra il 2006 e il 2009. Questo studio dimostra infatti come al crescere degli spostamenti in bicicletta delle persone diminuisce effettivamente il numero di vittime tra i ciclisti. Le piste ciclabili, da parte loro, diminuirebbero ancora di più il problema: se è infatti vero che il 27% degli scontri in Unione Europea avviene agli incroci, con il crescere di ciclabili territoriali ‘dirette’ questa probabilità diminuirebbe ancora di più.