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Come la mobilità verde si sta digitalizzando: acquistare un veicolo online è davvero più sostenibile?

Il mercato automotive europeo ha registrato nel 2023 oltre 2,3 milioni di transazioni digitali. Tra queste, le piattaforme online dedicate alla compravendita di veicoli crescono del 18% annuo, mentre le concessionarie tradizionali perdono quote di mercato. La domanda che emerge è semplice: questo spostamento verso il digitale coincide con una riduzione dell’impatto ambientale, o si tratta solo di una trasformazione commerciale mascherata da sostenibilità?

Meno spostamenti, più trasparenza: i vantaggi concreti del digitale

Acquistare un veicolo attraverso una piattaforma online elimina una serie di spostamenti che, moltiplicati per milioni di transazioni, hanno un peso misurabile. L’acquirente medio visita 4-5 concessionarie prima di decidere, percorrendo in media 200 km. Una famiglia che cerca un’auto nel raggio di 50 km dalla propria abitazione genera circa 40 kg di CO₂ solo per gli spostamenti legati alla ricerca e alla trattativa.

Le piattaforme digitali centralizzano l’inventario e offrono filtri di ricerca avanzati: consumi dichiarati, emissioni di CO₂, classe energetica, tipo di motorizzazione. Questo consente di confrontare decine di veicoli in pochi minuti, riducendo drasticamente gli spostamenti necessari. Alcune piattaforme, come la concessionaria online BYmyCAR, facilitano l’accesso a veicoli recenti, spesso meno inquinanti e disponibili a distanza.

La digitalizzazione introduce anche maggiore trasparenza. I dati tecnici sono standardizzati e verificabili, il che riduce il rischio di acquistare veicoli con consumi reali superiori a quelli dichiarati.

Logistica centralizzata e parco veicoli rinnovato

Un altro vantaggio risiede nella gestione logistica. Le concessionarie tradizionali mantengono stock distribuiti sul territorio, con costi di stoccaggio, spostamenti tra sedi e veicoli fermi per settimane. Le piattaforme online operano con centri logistici concentrati, ottimizzando i trasporti e riducendo i tempi di giacenza. Un veicolo venduto online viene consegnato direttamente all’acquirente in 7-10 giorni, contro i 15-30 giorni del circuito tradizionale.

Inoltre, il digitale accelera il ricambio del parco circolante. In Italia, l’età media dei veicoli è di 12,5 anni, uno dei valori più alti in Europa. Le piattaforme online facilitano l’accesso a veicoli usati recenti (3-5 anni), con motorizzazioni più efficienti e sistemi di riduzione delle emissioni più avanzati. Questo non elimina l’impatto ambientale della produzione di nuovi veicoli, ma riduce quello operativo nel ciclo di vita del veicolo stesso.

I limiti: produzione, infrastrutture e comportamenti d’acquisto

Digitalizzare l’acquisto non risolve il problema alla radice. La produzione di un’auto genera tra le 6 e le 35 tonnellate di CO₂, a seconda del modello e della motorizzazione. Comprare online un SUV ibrido invece di un’utilitaria a benzina in concessionaria non rende l’operazione sostenibile. Il digitale facilita l’accesso a veicoli meno inquinanti, ma non cambia la scelta del consumatore. Se il trend si orienta verso veicoli più grandi e pesanti, l’impatto ambientale aumenta, indipendentemente dal canale di vendita.

La dematerializzazione ha un costo energetico. I server che alimentano le piattaforme, i data center che gestiscono migliaia di ricerche simultanee, i sistemi di pagamento digitale: tutto questo richiede energia. L’impatto è inferiore rispetto agli spostamenti fisici, ma non è nullo.

Comprare un veicolo online è più sostenibile se accompagnato da scelte consapevoli: privilegiare motorizzazioni efficienti, valutare veicoli usati recenti, evitare modelli sovradimensionati rispetto alle esigenze reali. Il digitale offre strumenti, trasparenza e logistica ottimizzata. La sostenibilità dipende da come vengono utilizzati.