cavalluccio marino
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Come si riproduce il cavalluccio marino?

Il mondo sottomarino è un luogo che ospita una varietà incredibile di flora e fauna, tesori naturali che offrono scenari a dir poco meravigliosi. Uno degli animali marini che suscita molta curiosità grazie alle sue caratteristiche è il cavalluccio marino. Si tratta di una specie dalla storia affascinante in quanto si crede che possieda proprietà magiche e soprannaturali. Ma la peculiarità più interessante del cavalluccio marino riguarda senza dubbio la riproduzione, infatti non è la femmina che porta a termine la gravidanza, come accade con gli altri animali, ma è il maschio. Ora però vediamo più nello specifico sia i tratti fisici del cavalluccio marino, sia gli aspetti legati alla riproduzione.

Le caratteristiche fisiche del cavalluccio marino

Il cavalluccio marino, o ippocampo, è chiamato così per il nome scientifico che gli è stato attribuito, Hippocampus. Questa parola greca è composta da due termini, hippos e kampos, che rispettivamente significano cavallo e mostro marino. Sicuramente questo nome gli è stato assegnato a causa del suo aspetto buffo, infatti la sua testa ricorda quella di un cavallo, soprattutto il muso.

Questo animale ha delle caratteristiche fisiche davvero uniche, lo si nota prima di tutto dal movimento del corpo: invece di nuotare in posizione orizzontale come tutti gli altri pesci, nuota in modo verticale, in posizione eretta. Tale aspetto è dovuto al fatto che il cavalluccio marino non ha squame ma è ricoperto da placche ossee. Inoltre ha una pinna dorsale molto sviluppata che, grazie a delle propulsioni, gli consente di spostarsi tra i fondali marini in posizione verticale.

Un’altra peculiarità ben visibile è la sua coda prensile, avvolta come se fosse una spirale e che utilizza per riuscire ad essere stabile quando si aggrappa a coralli, alghe e piante sottomarine.

Altre caratteristiche del cavalluccio marino sono la sua bocca e il suo apparato digerente. La bocca non è provvista di grosse mascelle che si aprono come invece possiedono altri animali, ma è dotato di una piccola fessura che gli permette di ingerire soltanto organismi piccolissimi. Non avendo lo stomaco, il cavalluccio marino è costretto ad alimentarsi costantemente, quindi, siccome la sua digestione è velocissima, ha bisogno di assumere sempre cibo per poter restare in vita.

Ci sono oltre 50 specie diverse di cavallucci marini, tutte però vivono in acque subtropicali e tropicali tra coralli e alghe, a poca profondità.

Ma uno degli aspetti più particolari del cavalluccio marino è legato alla riproduzione.

Come si riproduce?

La riproduzione del cavalluccio marino inizia con il rituale di corteggiamento, una danza affascinante che dura diversi giorni in cui i due partner uniscono le code prensili e cambiano addirittura il loro colore.

Dopo questa fase, arriva l’accoppiamento, i due cavallucci marini si uniscono e la femmina riesce a depositare anche 1500 uova nel ventre del maschio. Infatti la cosa sorprendente è che tra i cavallucci marini, colui che porta a termine la gravidanza è proprio il maschio, il quale è fornito di una sacca marsupiale dove feconda le uova. Tutto ciò assicura che le uova provengano da un solo partner, di conseguenza permette loro di restare monogami, alcuni solo durante la stagione riproduttiva altri invece per molto più tempo.

Durante la gravidanza le femmine tutelano le uova, restando ogni giorno al fianco del maschio che invece in questo periodo diventa più aggressivo. Inoltre il corpo del maschio tende a cambiare, si gonfia fino a quando dopo la gestazione (tra i 9 e 45 giorni), nascono i piccoli cavallucci marini. Il parto non è semplice per il maschio perché è molto doloroso, esattamente come avviene nelle femmine. Grazie alla sua coda, si aggrappa a una pianta o un corallo e attraverso delle contrazioni addominali, espelle i suoi piccoli.

Dopo aver partorito, la femmina è subito pronta a trasferire le prossime uova nel maschio. Questo processo è fondamentale per la sopravvivenza della specie perché, anche se i cavallucci marini riescono a partorire migliaia di piccoli ogni stagione riproduttiva, essendo fin da subito autosufficienti, gli avannotti sono esposti agli attacchi dei predatori e solo in pochi restano in vita.