l'ippopotamo
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Conosci davvero l’ippopotamo? Ecco 3 curiosità

Nell’universo degli animali, l’ippopotamo risulta sicuramente tra i più simpatici e apprezzati.

Le ragioni sono da ricercare, probabilmente, nella sua stazza imponente, massiccia e un po’ tozza, ma anche nell’indole piuttosto mite e “pacioccona”, almeno in apparenza.

Forse non tutti sanno che il termine ippopotamo deriva dall’unione di due vocaboli di origine greca, ìppos e pòtamos, che significano cavallo di fiume.

Un cavallo, in realtà, dalle zampe notevolmente più corte e molto meno affusolate di quelle di un destriero, anche se tuttavia si tratta sempre di un mammifero erbivoro, proprio come il cavallo.

Oltre all’origine della parola ippopotamo, vi sono altre curiosità che si riferiscono al mammifero e alle sue abitudini di vita.

L’ippopotamo: alcune curiosità su questo animale

L’aspetto dell’ippopotamo e il luogo di provenienza, l’Africa, sono noti a tutti, così come il suo habitat naturale, rappresentato dai fiumi e corsi d’acqua di ampia portata.

Alcune informazioni meno note, invece, riguardano le abitudini di questi mammiferi, che stazionano per lunghissime ore vicino ai bacini d’acqua oppure nella savana, sotto il sole cocente.

Quasi immediatamente l’inizio dell’esposizione al sole, la pelle degli ippopotami cambia tonalità, assumendo un colore rossastro: l’elemento che determina tale variazione è il sudore che, anche per gli ippopotami, serve loro per espellere il calore attraverso i tessuti cutanei, per mantenere il corpo sufficientemente idratato.

Uno studio recente sull’argomento, portato avanti da una squadra di ricercatori giapponesi, ha evidenziato che il famoso sudore rosso degli ippopotami è da attribuire all’interazione tra due sostanze.

Si tratta di due pigmenti instabili, rispettivamente di colore arancione e rosso, i quali ricoprono il dorso e le orecchie degli ippopotami, specialmente quando questi si trovano sotto il sole.

Questi due elementi rivestono il duplice ruolo di protettivo solare e di antibiotico, dal momento che tali sostanze limitano sensibilmente la crescita dei batteri.

I pigmenti che ricoprono gran parte del corpo degli ippopotami assorbono la maggior parte dello spettro solare, preservando questi animali dai danni provocati dai raggi ultravioletti.

Il sonno degli ippopotami: sott’acqua

Un’altra curiosità, legata al mondo di questi simpaticissimi mammiferi erbivori provenienti dall’Africa, riguarda le loro abitudini durante il sonno.

Mentre dormono, gli ippopotami hanno l’abitudine di posizionarsi interamente sotto il livello dell’acqua, come se si trovassero in apnea.

Tuttavia, durante le ore di sonno, l’ippopotamo riemerge di tanto in tanto, in modo da respirare con regolarità.

Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, i momenti in cui questi animali riaffiorano dall’acqua, fanno parte di gesti meccanici e del tutto inconsapevoli.

Quindi, l’ippopotamo non si accorge, mentre riposa sott’acqua, del movimento effettuato dal suo corpo per respirare, perché il suo è un riflesso cosiddetto incondizionato.

La lotta degli ippopotami: un fattore inaspettato

L’immagine che la maggior parte delle persone serba degli ippopotami è quella di animali pacifici, tranquilli e dinoccolati, i quali si muovono lentamente a causa della stazza e trascorrono diverse ore in prossimità dei bacini d’acqua.

In realtà, gli ippopotami, quando si trovano nel branco, possono assumere atteggiamenti particolarmente rissosi, per motivi legati alla supremazia del territorio e il dominio sulle femmine del gruppo.

Per tali ragioni, gli ippopotami maschi sono soliti intraprendere lotte davvero molto cruente, tanto che non è raro che uno dei due duellanti paghi il prezzo dello scontro con la propria vita.

In un famoso parco nazionale sudafricano, è tristemente noto l’episodio che vide coinvolto un cucciolo di ippopotamo, che si trovava sfortunatamente nel mezzo di una rissa tra due maschi adulti i quali, nella foga della lotta, lo hanno sballottato da una parte all’altra, ferendolo a morte con le proprie zanne aguzze.