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Agricoltura

La Danimarca sta puntando al 100% biologico

Il miraggio di un paese totalmente biologico

C’è uno stato che si sta completamente abbandonando al cibo biologico: no, non è l’Italia, e non sono tanto meno gli Stati Uniti, dove solamente l’1% delle coltivazioni è bio. Il paese di cui parliamo è la Danimarca, dove ormai il cibo biologico è entrato permanentemente nella maggior parte delle cucine. Questo grazie all’apprezzamento che i danesi hanno riconosciuto al cibo bio negli ultimi decenni, ma anche grazie agli sforzi che il governo di Copenaghen ha fatto per convertire l’agricoltura nazionale in biologica. Nel 2015, per esempio, il governo danese ha rilasciato un coraggioso e complesso piano di 67 punti chiave per raddoppiare le coltivazioni biologiche entro il 2020.

L’esempio di Copenaghen

Già nel 2007 le autorità di Copenaghen si posero l’obiettivo per il quale almeno il 90% del cibo servito negli ospedali, nelle scuole e nei ricoveri fosse biologico. E a dimostrare l’impegno dei cittadini, c’è il fatto che questo obiettivo è stato abbondantemente superato, arrivando ad un vigoroso 94%. Anche le altre mense municipali e pubbliche di Copenaghen hanno voluto seguire questo trend, arrivando a servire l’88% di cibo bio. Ci si potrebbe aspettare che questo nuovo comportamento alimentare abbia significato un maggiore esborso economico per le casse pubbliche, ma così non è stato, grazie ad accorgimenti come l’acquistare solo frutta e verdura di stagione, cucinare meno carne e ridurre lo spreco di cibo. Fierissimo dei risultati raggiunti è il sindaco di Copenaghen Frank Jensen, il quale ha spiegato che «la transizione verso il biologico è in linea con il profilo green che abbiamo a Copenaghen», aggiungendo che «l’alta ambizione del progetto ha portato ad un miglioramento della qualità di vita dei cittadini, la quale ovviamente dipende anche dalla distribuzione alimentare della nostra città».

Lotta allo spreco di cibo

Ogni paese dovrebbe imparare dall’esempio danese che la produzione di cibo non deve essere per forza correlata da un forte impatto ambientale e nemmeno a immani sacrifici dei lavoratori o, ancora peggio, di animali maltrattati brutalmente. C’è poi da aggiungere che in Danimarca è stata portata avanti anche una dura lotta contro lo spreco di cibo, il quale in soli 5 anni è stato tagliato del 25%, anche grazie all’azione di associazioni no profit come WeFood, la quale si è assunta l’onere di vendere il cibo scaduto ma ancora consumabile che i supermercati di Copenaghen non potevano più esporre.