Una baleniera giapponese in azione (foto: www.improntaunika.it)
Animali

In Giappone si torna a cacciare la balena

CACCIA ALLA BALENA. Il Giappone torna a remare contro il resto del mondo. L’obiettivo è ancora una volta la balena, animale raro che tutti si propongono di proteggere, tranne la nazione nipponica. Il Giappone ha infatti annunciato ufficialmente che la caccia alla balene dell’Antartide riprenderà già quest’anno, nonostante il divieto espresso dalla Commissione Internazionale per la caccia alle balene. E quella che il Giappone si prefigge di realizzare non è una pesca da poco conto: tra il 2015 e il 2027 il nuovo programma di caccia prevede l’uccisione di ben 4.000 balene.

I TASCORSI. Ma per comprendere appieno la difficoltà della situazione bisogna volgere lo sguardo indietro, quando nel 2014 la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia stabilì che la caccia giapponese alle balene doveva cessare. Per aggirare questo divieto, il Giappone propose un programma di caccia supportato da fini scientifici, bocciato però lo scorso aprile proprio dalla Commissione Internazionale per la caccia alle balene. La motivazione di questo rifiuto è stata quanto mai semplice: il programma giapponese non dimostra in alcun modo la necessità scientifica di uccidere i rari cetacei.

RICERCA SCIENTIFICA O SUSHI? Forte delle sue tradizioni culinarie, il Giappone non si è arreso e, sostenendo che la maggior parte delle specie non sono in pericolo di estinzione, ha ripreso la sua spietata caccia. Come ha sottolineato Joji Morischita, rappresentante del Giappone presso la Commissione Internazionale per la caccia alle balene, «non abbiamo cambiato le nostre politiche o i nostri obiettivi». Mascherando dunque la caccia a fini alimentari da ricerca scientifica, il Giappone intende continuare la sanguinosa pesca.