Gibbone
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Gibbone: cosa mangia?

Il gibbone (nome scientifico Hylobates syndactylus) è uno degli animali più ad alto rischio di estinzione dell’intero pianeta e appartiene all’ordine dei primati.

Si tratta di un mammifero di altezza compresa tra 40 e 70 centimetri e di peso compreso tra 4 e 7 kg, che non presenta dimorfismo sessuale.

La sua caratteristica principale è costituita dagli arti molto lunghi che terminano con dita prensili, che gli consentono una presa salda e sicura e soprattutto veloce nel suo habitat arboricolo.

Trattandosi di un primate, oltre a muoversi saltando da un ramo all’altro, riesce a mantenere la posizione eretta e ad eseguire salti eccezionali.

Il mantello piuttosto folto, può avere una colorazione biancastra, dorata, marrone e bruna, oltre che completamente nera soltanto in alcune sottospecie.

È un esemplare molto territoriale ma non aggressivo, che solitamente non attacca ma emette acuti canti che fungono da avvertimento.

Il suo ambiente naturale è costituito dalle foreste tropicali e sub-tropicali del continente asiatico.

Comportamento del gibbone

Essendo un animale piuttosto evoluto, il gibbone è monogamo e una volta scelta una compagna, forma un nucleo famigliare comprendente anche i piccoli, che rimangono con i genitori fino all’ottavo anno di età.

Dopo gli otto anni, il gibbone viene considerato adulto e mediante l’emissione di suoni gutturali si mette alla ricerca di una femmina per costituire un’altra coppia.

Dopo la fecondazione e una gestazione di otto mesi nasce un piccolo che viene accudito per i primi due anni di età rimanendo isolato dai suoi simili.

Dopo i sei anni inizia a interagire con altri componenti del branco in maniera inizialmente inoffensiva mentre soltanto durante gli amori può ingaggiare vere e proprie lotte mortali con i rivali.

La ricerca del cibo è una delle principali cause di competizione con i suoi simili, dato che la sua alimentazione è piuttosto specifica e prevede frutta fresca (soprattutto fichi), boccioli, fiori, foglie e uova di uccelli.

Quando la sua nutrizione non è adeguata, il gibbone tende a deperire in poco tempo perdendo massa muscolare e modificando colore e lucentezza del mantello.

Curiosità sul gibbone

I gibboni rappresentano un gruppo di primati molto interessanti, che pur appartenendo alla famiglia degli ominidi, presentano evidenti differenze con loro.

Grazie alla particolare lunghezza degli arti, essi si muovono per brachiazione, una modalità che presuppone l’impiego quasi esclusivo delle braccia.

Essendo animali arboricoli, si spostano oscillando da un ramo all’altro, aggrappandosi e poi lanciandosi, e coprendo distanze fino a dieci metri usando un solo braccio.

Questo atteggiamento consente loro di raggiungere frutti e germogli a cui gli altri animali non arrivano, consumando poche energie negli spostamenti.

Il loro pollice, che è unico, presenta una lunghezza considerevole e un’articolazione molto mobile, per cui viene utilizzato anche come gancio per afferrare gli oggetti.

Il loro modo di comunicare, che è basato su una specie di canto, viene considerato molto evoluto poiché prevede una vasta gamma di suoni specifici per le diverse esigenze.

Cosa mangia

Durante la giornata, i gibboni sono occupati prevalentemente dalla ricerca del cibo, poiché necessitano di abbondanti quantità di frutta fresca e soprattutto di fichi maturi.

Se ingeriti ancora acerbi, i fichi possono provocare disturbi gastrointestinali piuttosto notevoli.

La loro dieta comprende anche foglie molto tenere (non sono in grado di masticare quelle coriacee o rivestite di patina legnosa), germogli, boccioli di fiori e liane fresche.

In inverno, quando la disponibilità di alimenti freschi è limitata, la loro dieta si riduce notevolmente, concentrandosi sulla frutta di stagione.

La deforestazione rappresenta un grave problema per il loro approvvigionamento di cibo, dal momento che diminuisce moltissimo la disponibilità di foglie, fiori e frutta.Proprio per questo motivo i gibboni tendono a colonizzare foreste incontaminate e lontane dal turismo di massa, dove possono contare sulla presenza di alberi di alto fusto, ricchi degli elementi necessari alla loro sopravvivenza.