Il prototipo dell'impianto Giralog della società Nextenergy
Idroelettrico

Giralog: l’energia recuperata degli acquedotti

UN’IDEA ITALIANA. Eros Bridi, ingegnere trentino con esperienza anche nel settore dell’energia idroelettrica, ha auto un’idea semplice ma brillante per produrre in maniera ecosostenibile energia elettrica: imbrigliare l’energia cinetica prodotta dall’acqua attraverso il pompaggio negli impianti di distribuzione idrica. Il progetto si chiama Giralog e il primo prototipo è stato realizzato nel 2012 quando è nata la società NextEnergy fondata dallo stesso ingegnere, certo del successo che avrebbe avuto la sua idea. «Giralog è nata in Italia in mezzo alle montagne, ed è lì che secondo me trova la sua prima applicazione. Questo sistema, oggi coperto da un brevetto europeo, permette di sfruttare la pressione dell’acqua in arrivo e in uscita dagli acquedotti per produrre energia elettrica, ottimizzando allo stesso tempo il funzionamento della rete idrica e alimentando in modo autonomo i campionatori per la sicurezza dell’acqua».

COME FUNZIONA LA TURBINA. L’acqua scendendo a valle entra in pressione attraverso le tubature nelle vasche di decantazione dell’acquedotto innescando la turbina che, girando, produce elettricità. Continua Bridi: «Di norma, essendoci un eccesso di pressione, all’ingresso dei centri abitati vengono installati dei riduttori di pressione: il nostro macchinario è facilmente installabile prima di questi dissipatori. Di solito, al raggiungimento del livello massimo previsto, viene interrotto l’afflusso dell’acqua nelle vasche di decantazione. Queste aperture e chiusure causano variazioni di pressione, che alla lunga portano alla rottura di tubazioni. Consentendo di uniformare la pressione e l’afflusso, Giralog permette di raggiungere una situazione di equilibrio, e di ridurre così indirettamente i costi di manutenzione della rete. Inoltre attraverso dei sensori è possibile il controllo della rete idrica da remoto monitorando quanta acqua passa e quanta energia si produce, ma anche analizzare l’acqua e chiudere in automatico un ramo dell’acquedotto in casi di Ph alterato».